Bresciaoggi 31 luglio 2010
Il Consiglio di Stato ribalta il verdetto del Tar e spiana la strada verso la realizzazione dellautostrada della Valtrompia (36 chilometri per un costo di 740 milioni di euro). In tempi record e del tutto inaspettati dagli addetti ai lavori, la quarta sezione dei giudici di Palazzo Spada ha decretato quindi che la «pubblica utilità» dellopera supera gli interessi individuali di chi è stato costretto allesproprio.
Il penultimo passaggio giuridico risale ad appena due mesi fa quando, il 21 maggio scorso, la seconda sezione del Tar di Brescia avea accolto listanza di 23 ricorrenti (singoli cittadini o società) di Villa Carcina, Sarezzo e Concesio, che si erano opposti alle procedure di esproprio avviate dallAnas, dal momento in cui erano già trascorsi 5 anni dallapprovazione del progetto, vagliato dal Cipe nel 2004. Ma adesso si ricomicia da capo, o meglio, si continua.
«Vista la domanda di sospensione dellefficacia della sentenza di accoglimento presentata da parte appellante – premette lordinanza del Consiglio di Stato – e visto latto di costituzione in giudizio della Provincia di Brescia; rilevato che nella comparazione dei contrapposti interessi coinvolti nella vicenda per cui appare prevalente quello di carattere pubblicistico sotteso alla prosecuzione della procedura volta ad attuare la sollecita realizzazione dellopera viaria classificata di interesse nazionale, a fronte del pregiudizio eminentemente economico della parte appellata ristorabile allesito eventualmente positivo del giudizio in merito; per questi motivi il Consiglio di Stato accoglie listanza cautelare e, per effetto, sospende lefficacia della sentenza impugnata».
CON QUESTO ATTO non servirà nemmeno sferrare gli artigli più affilati per riprendere una bagarre legale che avrebbe chiamato Anas e Broletto a difendere il loro modus operandi fino in fondo. E anche leventuale ricorso al Cipe, anticipato dallex assessore provinciale ai Lavori pubblici Mauro Parolini, non è stato necessario. «Questa sentenza rimette in pista un progetto in cui abbiamo sempre creduto – commenta Parolini -: non sono mai stato più contento di essere smentito positivamente», ironizza, dal momento in cui aveva definito «sconcertante e vergognoso» lepilogo della vicenda dopo la sospensiva del Tar, ammettendo che lunica soluzione sarebbe stata quella di «tornare al Cipe», non senza lindice puntato contro Anas, che aveva sforato i termini per linizio dei cantieri.
«Non intendo fermarmi», aveva sottolineato a maggio Parolini, promotore anche di un Comitato di coordinamento ad hoc, e il concetto resta valido. «Siamo sorpresi e soddisfatti di questo giro di boa che ci ha evitato un nuovo ricorso al Cipe, perchè di fronte ad una netta contrapposizione di interessi, il Consiglio di Stato ha reputato prevalente linteresse nazionale dellautostradadella Valtrompia, rispetto alle motivazioni, di certo importanti sia chiaro, dei privati, per cui dovrebbero essere comunque previsti indennizzi più elevati».
La macchina si è già rimessa in moto. «Ho già parlato con Anas per le emissioni di possesso, passate queste settimane di agosto riprenderà la gara dappalto: sugli espropri non dovrebbe più esserci alcun problema. Non mollo e non mollerò la presa: sarò la spina nel fianco di Anas anche da qui in poi. Dopo questa importantissima decisione del Consiglio di Stato, non possiamo più permetterci di perdere neanche un attimo. E conto che nei prossimi mesi possano iniziare i lavori per la realizzazione dellautostrada».
Fatica a trattenere lentusiasmo anche chi ha ereditato il mandato di assessore provinciale ai Lavori pubblici e quindi anche la «patata bollente» dellautostrada Valtriumplina: «Questordinanza è davvero un fulmine a ciel sereno – commenta Mariateresa Vivaldini -. Un verdetto inaspettato sia nei tempi che nei contenuti. E laspetto più rilevante è che il concetto di pubblica utilità abbia superato linteresse privato, fermo restando che magari sarà riconosciuto ai proprietari espropriati un rimborso più alto. Per ora si va avanti: siamo contentissimi – ripete Vivaldini -. Adesso nulla ferma più quanto dovuto a questa Valle dalla vocazione storicamente industriale, dove la viabilità soffoca col peso di 45mila veicoli al giorno. Finalmente ci siamo».
Il penultimo passaggio giuridico risale ad appena due mesi fa quando, il 21 maggio scorso, la seconda sezione del Tar di Brescia avea accolto listanza di 23 ricorrenti (singoli cittadini o società) di Villa Carcina, Sarezzo e Concesio, che si erano opposti alle procedure di esproprio avviate dallAnas, dal momento in cui erano già trascorsi 5 anni dallapprovazione del progetto, vagliato dal Cipe nel 2004. Ma adesso si ricomicia da capo, o meglio, si continua.
«Vista la domanda di sospensione dellefficacia della sentenza di accoglimento presentata da parte appellante – premette lordinanza del Consiglio di Stato – e visto latto di costituzione in giudizio della Provincia di Brescia; rilevato che nella comparazione dei contrapposti interessi coinvolti nella vicenda per cui appare prevalente quello di carattere pubblicistico sotteso alla prosecuzione della procedura volta ad attuare la sollecita realizzazione dellopera viaria classificata di interesse nazionale, a fronte del pregiudizio eminentemente economico della parte appellata ristorabile allesito eventualmente positivo del giudizio in merito; per questi motivi il Consiglio di Stato accoglie listanza cautelare e, per effetto, sospende lefficacia della sentenza impugnata».
CON QUESTO ATTO non servirà nemmeno sferrare gli artigli più affilati per riprendere una bagarre legale che avrebbe chiamato Anas e Broletto a difendere il loro modus operandi fino in fondo. E anche leventuale ricorso al Cipe, anticipato dallex assessore provinciale ai Lavori pubblici Mauro Parolini, non è stato necessario. «Questa sentenza rimette in pista un progetto in cui abbiamo sempre creduto – commenta Parolini -: non sono mai stato più contento di essere smentito positivamente», ironizza, dal momento in cui aveva definito «sconcertante e vergognoso» lepilogo della vicenda dopo la sospensiva del Tar, ammettendo che lunica soluzione sarebbe stata quella di «tornare al Cipe», non senza lindice puntato contro Anas, che aveva sforato i termini per linizio dei cantieri.
«Non intendo fermarmi», aveva sottolineato a maggio Parolini, promotore anche di un Comitato di coordinamento ad hoc, e il concetto resta valido. «Siamo sorpresi e soddisfatti di questo giro di boa che ci ha evitato un nuovo ricorso al Cipe, perchè di fronte ad una netta contrapposizione di interessi, il Consiglio di Stato ha reputato prevalente linteresse nazionale dellautostradadella Valtrompia, rispetto alle motivazioni, di certo importanti sia chiaro, dei privati, per cui dovrebbero essere comunque previsti indennizzi più elevati».
La macchina si è già rimessa in moto. «Ho già parlato con Anas per le emissioni di possesso, passate queste settimane di agosto riprenderà la gara dappalto: sugli espropri non dovrebbe più esserci alcun problema. Non mollo e non mollerò la presa: sarò la spina nel fianco di Anas anche da qui in poi. Dopo questa importantissima decisione del Consiglio di Stato, non possiamo più permetterci di perdere neanche un attimo. E conto che nei prossimi mesi possano iniziare i lavori per la realizzazione dellautostrada».
Fatica a trattenere lentusiasmo anche chi ha ereditato il mandato di assessore provinciale ai Lavori pubblici e quindi anche la «patata bollente» dellautostrada Valtriumplina: «Questordinanza è davvero un fulmine a ciel sereno – commenta Mariateresa Vivaldini -. Un verdetto inaspettato sia nei tempi che nei contenuti. E laspetto più rilevante è che il concetto di pubblica utilità abbia superato linteresse privato, fermo restando che magari sarà riconosciuto ai proprietari espropriati un rimborso più alto. Per ora si va avanti: siamo contentissimi – ripete Vivaldini -. Adesso nulla ferma più quanto dovuto a questa Valle dalla vocazione storicamente industriale, dove la viabilità soffoca col peso di 45mila veicoli al giorno. Finalmente ci siamo».