Giornale di Brescia 30 agosto 2010
Soldi per le infrastrutture bresciane? La certezza è solo una: non chiedetele ad Expo 2015. Quando mancano poco meno di 5 anni alla grande kermesse «sotto la madùnina», Brescia e il suo territorio sono sostanzialmente ai nastri di partenza. Anche perché, al netto delle mille polemiche che fioriscono intorno all’appuntamento e ai dubbi economico-organizzativi che non hanno ancora scongiurato il rischio «flop», pare che i rubinetti dei finanziamenti resteranno in buona parte chiusi. Per quanto riguarda Brescia la speranza non passa quindi dalla viabilità, ma dal turismo e dai prodotti tipici.
La riscossa turistica
Lasciato l’incarico di assessore provinciale ai Lavori pubblici, Mauro Parolini (eletto in consiglio regionale lo scorso aprile) ha le idee chiare. «Inutile farsi illusioni – ammette l’ex assessore -, fondi per le infrastrutture non ne arriveranno. La carta che Brescia e il suo territorio possono giocare è quella del turismo». La strategia è facile da intuire: creare sinergie tra gli attori del territorio per individuare una strada comune di promozione e accedere a qualche contributo. In questo senso, seppur a passi lenti, la corsa verso Milano è già partita. «Fino ad oggi – conferma Parolini – ho partecipato a due incontri sul Garda per ipotizzare qualche forma di incentivazione turistica. La sfida che ci attende non permette disattenzioni: il flusso di visitatori che si recherà a Milano deve essere in qualche modo dirottato anche sul nostro territorio, così da valorizzare le risorse che abbiamo da offrire».
L’intenzione non è quella di limitarsi al Benaco. «Abbiamo iniziato sul Garda – prosegue il consigliere regionale -, ma tutta la provincia dovrà essere coinvolta. Valcamonica, Franciacorta e Sebino, così come le altre valli: è impensabile non adoperarsi per tirare fuori il meglio da una occasione del genere».
Presi… per la gola
Una volta attirati i turisti, il passaggio successivo sarà prenderli «per la gola». È proprio l’enogastronomia l’altra chiave «giusta» per aprire la cassaforte di Expo 2015. «L’evento milanese – conferma l’assessore provinciale all’Agricoltura Gianfranco Tomasoni – è specificatamente dedicato all’alimentazione, quindi stiamo già pensando a come sfruttare questa enorme vetrina per lanciare i prodotti di eccellenza che caratterizzano il Bresciano». Come al solito il primo passo è tutto… verbale, nel senso che si cercherà di sviluppare un coordinamento tra Regione e Provincia così da individuare i canali promozionali più efficaci e appetibili per i finanziamenti del Pirellone. Tomasoni ha però in mente anche iniziative più espressamente legate al territorio. «È evidente che dovremo impegnarci a fondo per scongiurare una impostazione Milanocentrica dell’Expo. Un esempio può essere il tentativo di ripensare il Gran premio della ristorazione, magari allargando il parterre dei partecipanti e coinvolgendo tutta la Lombardia. Stiamo poi avviando contatti col ministero dell’Istruzione, con l’Anci e anche col Gambero Rosso. Noi possiamo vantare numerosi prodotti di valore assoluto, ma abbiamo anche alcune realtà di nicchia che potrebbero utilizzare l’Expo per poi varcare i confini locali, aggirando i problemi di distribuzione che spesso li frenano». Mancano ancora diverse stazioni prima che il treno dell’Expo 2015 passi da qui: per adesso sul fronte dei preparativi c’è del ritardo, a partire da Milano.
Rosario Rampulla
La riscossa turistica
Lasciato l’incarico di assessore provinciale ai Lavori pubblici, Mauro Parolini (eletto in consiglio regionale lo scorso aprile) ha le idee chiare. «Inutile farsi illusioni – ammette l’ex assessore -, fondi per le infrastrutture non ne arriveranno. La carta che Brescia e il suo territorio possono giocare è quella del turismo». La strategia è facile da intuire: creare sinergie tra gli attori del territorio per individuare una strada comune di promozione e accedere a qualche contributo. In questo senso, seppur a passi lenti, la corsa verso Milano è già partita. «Fino ad oggi – conferma Parolini – ho partecipato a due incontri sul Garda per ipotizzare qualche forma di incentivazione turistica. La sfida che ci attende non permette disattenzioni: il flusso di visitatori che si recherà a Milano deve essere in qualche modo dirottato anche sul nostro territorio, così da valorizzare le risorse che abbiamo da offrire».
L’intenzione non è quella di limitarsi al Benaco. «Abbiamo iniziato sul Garda – prosegue il consigliere regionale -, ma tutta la provincia dovrà essere coinvolta. Valcamonica, Franciacorta e Sebino, così come le altre valli: è impensabile non adoperarsi per tirare fuori il meglio da una occasione del genere».
Presi… per la gola
Una volta attirati i turisti, il passaggio successivo sarà prenderli «per la gola». È proprio l’enogastronomia l’altra chiave «giusta» per aprire la cassaforte di Expo 2015. «L’evento milanese – conferma l’assessore provinciale all’Agricoltura Gianfranco Tomasoni – è specificatamente dedicato all’alimentazione, quindi stiamo già pensando a come sfruttare questa enorme vetrina per lanciare i prodotti di eccellenza che caratterizzano il Bresciano». Come al solito il primo passo è tutto… verbale, nel senso che si cercherà di sviluppare un coordinamento tra Regione e Provincia così da individuare i canali promozionali più efficaci e appetibili per i finanziamenti del Pirellone. Tomasoni ha però in mente anche iniziative più espressamente legate al territorio. «È evidente che dovremo impegnarci a fondo per scongiurare una impostazione Milanocentrica dell’Expo. Un esempio può essere il tentativo di ripensare il Gran premio della ristorazione, magari allargando il parterre dei partecipanti e coinvolgendo tutta la Lombardia. Stiamo poi avviando contatti col ministero dell’Istruzione, con l’Anci e anche col Gambero Rosso. Noi possiamo vantare numerosi prodotti di valore assoluto, ma abbiamo anche alcune realtà di nicchia che potrebbero utilizzare l’Expo per poi varcare i confini locali, aggirando i problemi di distribuzione che spesso li frenano». Mancano ancora diverse stazioni prima che il treno dell’Expo 2015 passi da qui: per adesso sul fronte dei preparativi c’è del ritardo, a partire da Milano.
Rosario Rampulla