Guardando le stelle gli uomini si sono orientati nel buio della notte, hanno solcato i mari e hanno conquistato le terre, poi hanno dato loro il nome per riconoscerle più facilmente e sui loro strani raggruppamenti hanno inventato leggende, le hanno tramandate con infinite varianti, hanno invocato la loro luce nel pericolo. Il cielo stellato affascina luomo con il suo splendore e il suo mistero e spinge la ragione a interrogarsi sullorigine delle cose. Le stelle indicano qualcosa che va oltre la pura osservazione. Per questo forse scrittori e poeti le hanno guardate così spesso da farne oggetto privilegiato della loro espressione.
Nella Bibbia la promessa della fecondità fatta ad Abramo ha il suo segno nella volta stellata: Guarda le stelle, se le puoi contare. Così sarà la tua discendenza. La voce dei salmi vi scopre la sproporzione tra Dio e luomo e insieme una incredibile familiarità: Se guardo il cielo che hai costruito, la luna e le stelle che vi hai posto, chi è mai luomo, che di lui ti rammenti?. I lirici greci hanno fatto dono alla cultura occidentale di notturni pieni dincanto, come questo di Ibico: Ardano attraverso la notte lungamente/ le stelle lucentissime.
Perfino san Pietro, pescatore di Galilea che di stelle doveva intendersene parecchio, sembra diventare poeta quando nella sua seconda lettera raccomanda ai cristiani di volgere lattenzione alla parola dei profeti, come a lampada che brilla in un luogo oscuro finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori.
Sarebbe troppo lungo e comunque impossibile nominare anche solo nella storia della poesia italiana a cominciare dalle stelle di san Francesco, le suggestioni che esse hanno evocato, i paragoni che hanno suggerito, i concetti che hanno chiarito, gli amori che hanno velato. Se poi si aggiungesse la bellezza delle stelle nelle canzoni popolari in ogni regione dItalia, lelenco diventerebbe quasi interminabile.