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Bresciaoggi 8 febbraio 2011
 

La partita a scacchi fra Brescia e Verona per raggiungere nuovi equilibri nella «Catullo Spa» è in pieno svolgimento, e già sulla scena irrompe il fattore «L». Il fattore Lombardia. 
S’è svolta negli ambienti del D’Annunzio una seduta-audizione della V commissione del consiglio regionale presieduta da Giorgio Pozzi (Pdl). Presenti anche i consiglieri regionali eletti a Brescia Renzo Bossi e Piero Toscani (Lega), Margherita Peroni e Mauro Parolini (Pdl), Gianmarco Quadrini (Udc), Gianni Girelli (Pd), Francesco Patitucci (Idv). 
Tutti d’accordo nel sostenere che Montichiari deve entrare in un sistema aeroportuale «padano» o almeno lombardo-veneto. Qualcuno – come nel caso di Pozzi – aggiungendo che la Sea, che gestisce gli scali milanesi, non può mancare al tavolo che sta riscrivendo il sistema brescian-veronese. Un convitato che costringerebbe a rivedere e riscrivere pesi e contrappesi. 
SULLO SFONDO c’è anche l’approvazione del sospirato piano d’area. Il presidente di D’Annunzio Spa, Vigilio Bettinsoli, ricorda che il territorio circostante, per 40 km quadrati, s’è «sacrificato» da anni in attesa di decisioni sullo sviluppo dell’aeroporto. Il quale, aggiunge Bettinsoli, «attraverso la sua vocazione prevalentemente a cargo può ritagliarsi uno spazio specifico nel sistema lombardo-veneto». Bettinsoli ricorda che «cargo non è una brutta parola» e con 100mila tonnellate di merci movimentate si generano 600 posti di lavoro, Ricorda anche che riduzione dei costi e acquisizione di nuovi clienti stanno avvicinando il pareggio di bilancio. Il presidente chiama in causa il ruolo della politica lombarda e l’occasione costituita da Expo 2015. 
Il presidente di Catullo Spa, Fabio Bortolazzi, ricorda l’handicap delle aziende del Nord Italia rispetto ai competitor tedeschi nel riuscire ad affacciarsi, via cargo, sui mercati internazionali: «Le nostre aziende – spiega – hanno tempi tre volte superiori, e costi doppi, rispetto ai concorrenti della Baviera». Dopo anni di contese fra i soci bresciani e veronesi, Bortolazzi registra con favore che «il clima oggi è incline alla pace» ma delinea uno scenario in cui gli scali del Nord Italia possano formare un «Sistema aeroportuale del Sud Europa» in grado di competere con i sistemi tedeschi, olandese, spagnolo. «Certo, per far questo serve un atto di coraggio». 
IL PRESIDENTE della Provincia, Daniele Molgora, è più interessato a chiudere il sospirato accordo con Verona che agli scenari futuribili: «Siamo impegnati a chiudere tutte le diatribe che si sono accumulate negli ultimi 12 anni». E, naturalmente, ad approvare il Piano d’area che dovrebbe approdare in consiglio provinciale questo mese. Esso, anticipa, «prevederà il corridoio ambientale per una seconda pista, terrà conto della vocazione cargo dello scalo e delle necessità della logistica».
Pozzi infine rilancia la sfida: «Il tema – riassume – non è la concorrenza Verona-Montichiari, ma un sistema che sia competitivo a livello europeo. Anche per questo è necessaria una fortissima collaborazione, se non compartecipazione, di Sea al progetto». Se l’accordo Brescia-Verona dovesse saltare, insomma, il campo di gioco potrebbe essere riscritto. Completamente.

 

Nel dibattito che segue le relazioni di Bortolazzi, Bettinsoli e del direttore generale di Catullo Spa Massimo Soppani, a tenere banco è l’insoddisfazione dei consiglieri regionali bresciani per le sorti dello scalo di casa. E se il Pd milanese Francesco Prina giudica «necessaria una compartecipazione di Sea» alle soluzioni gestionali in discussione, il consigliere Udc Gianmarco Quadrini sottolinea come siano tramontate «le ipotesi, tratteggiate pochi anni fa dall’assessore Cattaneo, circa la costituzione di un sistema aeroportuale Ghedi-Montichiari». Quadrini teme che Montichiari resti «stritolato fra Verona e Malpensa» e si chiede «se il sistema socio-economico bresciano è soddisfatto della soluzione-cargo». 
FRANCESCO Patitucci (Idv) teme che in queste condizioni lo scalo di Montichiari «non aiuti il turismo gardesano», e diffida dei voli cargo notturni «che disturbano molto i cittadini». Gianni Girelli del Pd giudica quella in atto «l’ultima chiamata» per lo scalo di Montichiari: «Altre volte sono stati annunciati buoni propositi ma non è successo nulla. Anche per l’incapacità della politica bresciana di fare sistema». 
Severo il giudizio di Mauro Parolini del Pdl: «Siamo in presenza di un declino, della constatazione di un fallimento nella gestione veronese del nostro aeroporto, certo non imputabile a Bortolazzi e Bettinsoli. Anch’io sono preoccupato da un aeroporto che funziona solo di notte, e credo che il servizio passeggeri sia essenziale per i bresciani e per il turismo. Bene se si raggiunge un accordo Brescia-Verona, ma bisogna avere uno sguardo sul futuro, con un’integrazione almeno degli aeroporti da Milano e Verona».
Margherita Peroni guarda con favore al fatto che «si ragioni sulla governance in un clima di pace», e raccomanda che «il piano d’area non precluda il futuro» e che «ci sia un’apertura a territori più vasti». 
Il vicepresidente della commissione Ugo Parolo della Lega ricorda il ruolo che ha avuto la politica nel rilancio di Fiumicino, e sottolinea che la politica del Nord potrà fare altrettanto «per una serie di aeroporti che formino però un sistema». In chiusura Bettinsoli ricorda l’attenzione che la Regione Lombardia ha avuto su Malpensa. «La medesima attenzione – osserva – andrebbe prestata anche a Montichiari»: Quello di ieri, insomma, potrebbe essere solo un antipasto. M.TE.