«Siamo vicini al punto di rottura – dice Piero Ostellino a Ilsussidiario.net – o forse stiamo già attraversando una vera e propria crisi istituzionale. Daltra parte il centrodestra, dopo tanti anni, si ostina a porre il problema giustizia senza uscire dal caso Berlusconi, dimenticando che il cattivo funzionamento dei tribunali continua a riguardare una grande moltitudine di cittadini. Sullaltro versante invece si registra un generale impazzimento che talvolta induce alcuni esponenti a usare parole e concetti di cui, evidentemente, non conoscono il significato».
Sono stati i provvedimenti del governo Berlusconi in materia di giustizia ad avvelenare i pozzi della politica, come si dice in questi giorni?
Il disegno di riforma della giustizia avrebbe dovuto essere posto in termini universali. Sono state diverse centinaia le persone finite nei guai, o addirittura in galera, per poi sentirsi dire a distanza di anni: il fatto non sussiste. È chiaro che però, nel momento stesso in cui sorge il sospetto, a torto o a ragione, che dietro alle proposte di riforma ci siano soltanto i problemi di Berlusconi, ogni proposta perde di credibilità. Le leggi devono essere pensate, e non solo formulate, in termini universali.
Cosa intende invece per generale impazzimento delle opposizioni?
Le faccio un esempio. Recentemente Walter Veltroni e Giuseppe Pisanu hanno proposto, in una lettera al Corriere, la costituzione di un governo di decantazione, dimenticando un piccolo dettaglio: un governo legittimo già cè e governa perché ha vinto le elezioni e ha la maggioranza in Parlamento. Questo è un tipico caso di bizzarria democratica: fino a prova contraria qualsiasi tipo di governo che piombi dallesterno sul Parlamento viola un elementare principio democratico. Cè poi dellaltro
A cosa si riferisce?