OPERA SPROPORZIONATA – Le critiche sono continuate per diverso tempo. «Spreco di denaro pubblico»; «una bruttura»; «unopera insensata e sproporzionata», gli rinfacciavano i cittadini. Il pomo della discordia era il progetto di costruzione di una parete di 16 metri in periferia che doveva difendere la località dalle onde di uno tsunami. Anche perché i villaggi e le città vicine facevano affidamento su strutture di protezione più piccole. La domanda che tutti si ponevano con insistenza era: «Perché Fudai ha bisogno di una simile costruzione?». Il sindaco, però, non si piegò e non si fece persuadere. La costruzione anti-tsunami da 25 milioni di euro doveva assolutamente essere eretta.
BARRIERA DI SALVEZZA – Oggi quellinterrogativo ha trovato una risposta chiara: quella parete ha salvato la vita ai 3000 abitanti di Fudai. Tutto intorno l’apocalisse, con villaggi e città rase al suolo. Per Fudai e i suoi cittadini, invece, solo un terribile spavento. Le gigantesche mareggiate sono infatti rimbalzate sullalto muro. «È costato parecchio», ha raccontato Satoshi Kaneko allAssociated Press. Il pescatore di Fudai ha sottolineato: «Senza quel muro però non ci saremmo più». Anche lattuale sindaco Hiroshi Fukawatari è soddisfatto del lavoro fatto dal suo predecessore: «L’efficacia del muro si è rivelata davvero impressionante». Come molti concittadini anche Fukawatari un tempo era dubbioso sulleffettiva necessità di quella struttura gigante. Oggi si è ricreduto. Soprattutto dopo aver visto cosa lo tsunami ha provocato nelle città attorno. Qui le mura di protezione sono state completamente travolte. Ne è un esempio la vicina Taro. La città aveva fatto affidamento su una barriera anti-tsunami molto più piccola: due bastioni di cemento alti dieci metri e lunghi due chilometri e mezzo. Agli abitanti non è però restato che portare via le centinaia di cadaveri rinvenuti in questo territorio distrutto dal terremoto e dalla violenza di onde alte fino a 20 metri che le barriere non sono riuscite a fermare.
Elmar Burchia