Bresciaoggi 29 luglio 2011
Le trentamila doppiette bresciane esultano. Se il controverso provvedimento non sarà ancora una volta «impallinato» dalla Corte Costituzionale o dal Tar, da settembre potranno sparare anche a storni, fringuelli, peppole, pispole e frosoni. A consentire di mettere nel mirino specie protette su tutto il territorio europeo è la «leggina» sulla caccia in deroga approvata ieri dal Consiglio regionale a scrutinio segreto con 39 voti favorevoli, 12 voti contrari e 3 astenuti. La norma fa sintesi di tre distinte proposte presentate da Pdl, Lega Nord e Udc-Pd. Tutti respinti i 76 emendamenti presentati da Idv e Sel.
«La nuova formulazione della legge -ha evidenziato il consigliere bresciano del Pdl Mauro Parolini relatore della norma – recepisce le indicazioni delle sentenze dello scorso anno e ci dovrebbe così in linea teorica mettere al riparo dal rischio di vedere il provvedimento bocciato dalla Corte costituzionale. Nei suoi contenuti il testo è equiparato e rispettoso delle direttiva europea in materia, alla quale si rifà direttamente: il prelievo delle specie in deroga quest’anno viene limitato entro una quota inferiore all’uno per cento». Nella stesura, i consiglieri regionali hanno tenuto conto dell’ultimo prospetto riassuntivo redatto dall’Istituto Nazionale per la fauna selvatica (ora Ispra) e dell’ultima pubblicazione in materia edita dalla BirdLife International. Sullo sfondo resta comunque l’annosa vertenza con l’Unione europea che negli anni scorsi ha punito con pesanti sanzioni ogni tentativo di deregulation delle leggi venatorie attuato dalla Regione. E proprio a questo proposito, l’aula del Pirellone ha approvato l’ordine del giorno presentato dal consigliere bresciano del Pd Gianantonio Girelli che impegna la Giunta regionale a chiedere al Governo di interagire con la Commissione europea per fare chiarezza sulle normative venatorie e porre così rimedio alle incertezze legislative sulle deroghe.
PROVVEDIMENTO BIPARTISAN, soddisfazione bipatisan fra gli esponenti politici bresciani.
«Finalmente la risposta concreta che il mondo della caccia da tempo attendeva – osserva l’assessore regiona allo Sport e Giovani Monica Rizzi -. L’ esito delle votazioni dimostrano la coerenza della Lega Nord, da sempre vicina al mondo della caccia, espressione della tradizione e identità del nostro territorio». Sulla stessa lunghezza d’onda il collega di partito Renzo Bossi: «Territorio, passione e tradizione: queste le radici profonde del nostro sì alla caccia in deroga. Una richiesta del territorio ascoltata e tradotta in risposta concreta. La Lega Nord del resto non ha mai voltato le spalle al mondo venatorio». Dopo la bocciatura a sorpresa della caccia in deroga dell’anno scorso, era stato fra i più critici nei confronti dei franchi tiratori del provvedimento. Ora Gianmarco Quadrini dell’Udc è decisamente sollevato. «Dopo la spiacevole empasse alla vigilia dell’ultima stagione venatoria – sottolinea-, la maggioranza ha ritrovato la coesione necessaria per compiere un atto di responsabilità».R.PR
«La nuova formulazione della legge -ha evidenziato il consigliere bresciano del Pdl Mauro Parolini relatore della norma – recepisce le indicazioni delle sentenze dello scorso anno e ci dovrebbe così in linea teorica mettere al riparo dal rischio di vedere il provvedimento bocciato dalla Corte costituzionale. Nei suoi contenuti il testo è equiparato e rispettoso delle direttiva europea in materia, alla quale si rifà direttamente: il prelievo delle specie in deroga quest’anno viene limitato entro una quota inferiore all’uno per cento». Nella stesura, i consiglieri regionali hanno tenuto conto dell’ultimo prospetto riassuntivo redatto dall’Istituto Nazionale per la fauna selvatica (ora Ispra) e dell’ultima pubblicazione in materia edita dalla BirdLife International. Sullo sfondo resta comunque l’annosa vertenza con l’Unione europea che negli anni scorsi ha punito con pesanti sanzioni ogni tentativo di deregulation delle leggi venatorie attuato dalla Regione. E proprio a questo proposito, l’aula del Pirellone ha approvato l’ordine del giorno presentato dal consigliere bresciano del Pd Gianantonio Girelli che impegna la Giunta regionale a chiedere al Governo di interagire con la Commissione europea per fare chiarezza sulle normative venatorie e porre così rimedio alle incertezze legislative sulle deroghe.
PROVVEDIMENTO BIPARTISAN, soddisfazione bipatisan fra gli esponenti politici bresciani.
«Finalmente la risposta concreta che il mondo della caccia da tempo attendeva – osserva l’assessore regiona allo Sport e Giovani Monica Rizzi -. L’ esito delle votazioni dimostrano la coerenza della Lega Nord, da sempre vicina al mondo della caccia, espressione della tradizione e identità del nostro territorio». Sulla stessa lunghezza d’onda il collega di partito Renzo Bossi: «Territorio, passione e tradizione: queste le radici profonde del nostro sì alla caccia in deroga. Una richiesta del territorio ascoltata e tradotta in risposta concreta. La Lega Nord del resto non ha mai voltato le spalle al mondo venatorio». Dopo la bocciatura a sorpresa della caccia in deroga dell’anno scorso, era stato fra i più critici nei confronti dei franchi tiratori del provvedimento. Ora Gianmarco Quadrini dell’Udc è decisamente sollevato. «Dopo la spiacevole empasse alla vigilia dell’ultima stagione venatoria – sottolinea-, la maggioranza ha ritrovato la coesione necessaria per compiere un atto di responsabilità».R.PR