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Bresciaoggi 29 luglio 2011
 
Cambia la governance dei parchi in Lombardia. Il Consiglio regionale ha approvato (44 sì, 5 no e 20 astenuti) la legge che modifica l’assetto gestionale delle aree protette: dagli attuali consorzi di gestione, che da dicembre saranno soppressi per effetto di una norma nazionale, si passerà a enti di diritto pubblico, composti da una Comunità del Parco (fino a oggi è stata l’assemblea) e da un comitato di gestione (l’ex Cda), formato da un presidente e 4 membri, uno dei quali designato dalla Giunta regionale.
Il provvedimento, già naufragato in Consiglio un mese fa e osteggiato da opposizioni e comitati ambientalisti, è stato modificato durante la discussione in aula e alcuni suoi aspetti più contestati sono stati in parte rivisti, tanto che Pd e Udc hanno scelto un voto di astensione, mentre Italia dei Valori e Sel hanno confermato la bocciatura del testo. In particolare, è stata soppressa la norma che semplificava e abbreviava le procedure di modifica dei confini, si è specificato che il rappresentante designato dalla Regione all’interno del Comitato di gestione dovrà essere scelto «tra amministratori, esperti o personalità di rilievo del territorio del parco». 
Per quanto riguarda la realizzazione, nei confini dei parchi, di opere pubbliche in deroga previste dalla legislazione nazionale e di reti e infrastrutture previste dalla programmazione regionale, è stato chiarito che questa sarà possibile solo previa acquisizione del parere favorevole vincolante e obbligatorio dell’ente Parco. Il provvedimento istituisce anche un apposito albo regionale per i direttori dei parchi, così come fa nascere la Consulta regionale delle aree protette e il Tavolo delle aree regionali protette, strumento di confronto con le associazioni agricole, ambientaliste e venatorie sulle politiche di settore.
«Abbiamo scongiurato il rischio che dal primo gennaio 2012 i parchi e le riserve rimanessero privi di governo – dichiara il consigliere regionale Mauro Parolini (Pdl) -. Sono previste inoltre forme di coinvolgimento delle associazioni ambientalistiche, venatorie, piscatorie e degli agricoltori. Ho personalmente chiesto che anche le due riserve bresciane che interessano i due comuni e cioè quelle delle Torbiere del Lago d’Iseo e dei graffiti di Ceto, Cimbergo e Paspardo si trasformino in enti pubblici. Ora è necessario che si provveda rapidamente all’esame complessivo della legge sui parchi ormai datata, affiancando la tutela alla fruizione regolata. Le aree protette devono sempre di più diventare una risorsa».
Per l’Italia dei Valori, «si parla tanto di federalismo – ha osservato il bresciano Francesco Patitucci – , ma poi si accentrano i poteri nelle mani della Regione». «Pur apprezzando la disponibilità della maggioranza e dell’assessore a migliorare il testo – ha confermato Gianmarco Quadrini (Udc) – siamo costretti ad astenerci perchè restano ancora alcune ombre soprattutto sul tema della governance». 
Soddisfazione per le modifiche apportate al progetto invece da Legambiente: «Lo stralcio degli articoli sulla modifica dei confini e l’introduzione del parere vincolante del parco sulle deroghe corrisponde esattamente alle nostre richieste. Dobbiamo dare atto all’assessore di avere dimostrato un atteggiamento sensibile e costruttivo».