Giornale di brescia 12 marzo 2012
Una mortificazione per la nostra città». «Serve una ulteriore riflessione per rivedere decisioni che non condividiamo». Alcune centinaia di persone hanno espresso così ieri non solo la loro perplessità, ma anche il loro dolore per la chisura della Centrale operativa del 118. In base alla nuova organizzazione dell’Areu, l’azienda regionale emergenza ed urgenza, la Centrale sarà accorpata a quella di Bergamo. L’obiettivo regionale è quello di ridurre le attuali centrali, che sono 12, a quattro in tutto il territorio lombardo. Contestualmente, a Brescia dovrebbe iniziare ad operare il «112», il numero unico europeo per tutti i tipi di emergenze.
Centinaia di persone, davanti all’entrata del Policlinico Satellite del Civile, che è anche quella del Pronto soccorso e della stessa Centrale operativa, hanno manifestato per esprimere una forte preoccupazione per la «chiusura di un servizio di soccorso pubblico alla provincia più estesa d’Italia, seconda per popolazione tra quelle lombarde e quinta a livello nazionale». «Oggi per l’arrivo di un’ambulanza ci vogliono pochi minuti…domani potrebbero essere molti di più», hanno aggiunto.
Tra i manifestanti – tutti volontari delle numerose realtà presenti sul territorio – anche alcuni politici sia del Popolo della Libertà sia del Partito democratico. In particolare, sono intervenuti i consiglieri regionali Margherita Peroni, anche in qualità di presidente della Commissione Sanità, Mauro Parolini e Gianantonio Girelli. C’era Emilio Del Bono, capogruppo del Pd in Loggia che ha prennunciato la presentazione di una interrogazione nel consiglio comunale di giovedì prossimo. L’assessore e il consigliere leghisti Monica Rizzi e Renzo Bossi, annunciati ed attesi, non si sono fatti vedere.
Del resto, la delibera di riorganizzazione del Servizio di emergenza e delle Centrali operative è stata licenziata dalla Giunta regionale, composta ovviamente dagli assessori che governano la Regione. «Chiediano che il progetto, che è di indirizzo politico, ritorni in Commissione Terza: riteniamo che la riorganizzazione debba tener conto certamente di aspetti tecnici ed economici, ma anche della conformazione territoriale delle province. E logica vorrebbe che Brescia rimanesse Centrale operativa accorpando Mantova e Cremona che hanno una analoga morfologia», hanno sottolineato i consiglieri regionali. Annunciando di «impegnarsi su tutti i fronti affinché questo avvenga». a.d.m.
Centinaia di persone, davanti all’entrata del Policlinico Satellite del Civile, che è anche quella del Pronto soccorso e della stessa Centrale operativa, hanno manifestato per esprimere una forte preoccupazione per la «chiusura di un servizio di soccorso pubblico alla provincia più estesa d’Italia, seconda per popolazione tra quelle lombarde e quinta a livello nazionale». «Oggi per l’arrivo di un’ambulanza ci vogliono pochi minuti…domani potrebbero essere molti di più», hanno aggiunto.
Tra i manifestanti – tutti volontari delle numerose realtà presenti sul territorio – anche alcuni politici sia del Popolo della Libertà sia del Partito democratico. In particolare, sono intervenuti i consiglieri regionali Margherita Peroni, anche in qualità di presidente della Commissione Sanità, Mauro Parolini e Gianantonio Girelli. C’era Emilio Del Bono, capogruppo del Pd in Loggia che ha prennunciato la presentazione di una interrogazione nel consiglio comunale di giovedì prossimo. L’assessore e il consigliere leghisti Monica Rizzi e Renzo Bossi, annunciati ed attesi, non si sono fatti vedere.
Del resto, la delibera di riorganizzazione del Servizio di emergenza e delle Centrali operative è stata licenziata dalla Giunta regionale, composta ovviamente dagli assessori che governano la Regione. «Chiediano che il progetto, che è di indirizzo politico, ritorni in Commissione Terza: riteniamo che la riorganizzazione debba tener conto certamente di aspetti tecnici ed economici, ma anche della conformazione territoriale delle province. E logica vorrebbe che Brescia rimanesse Centrale operativa accorpando Mantova e Cremona che hanno una analoga morfologia», hanno sottolineato i consiglieri regionali. Annunciando di «impegnarsi su tutti i fronti affinché questo avvenga». a.d.m.