Bresciaoggi 1 giugno 2013
Gentilissimo direttore, assurdo, basterebbe questo aggettivo per commentare la notizia, da voi riportata, della signora di 98 anni obbligata sulla barella a fare la coda in Posta per una delega non valida. L´assurdità di questo fatto però evidenzia uno dei più gravi problemi del nostro Paese: la burocrazia.
Da più parti ormai si parla quotidianamente di sburocratizzazione e semplificazione ma eventi come quello di ieri sottolineano come si è fatto ancora troppo poco per andare incontro alle reali esigenze delle persone in difficoltà e per creare un sistema a dimensione d´uomo. Il comunicato di Poste Italiane sull´accaduto ne è la più lampante della prove. Nulla, infatti, si può dire sul lato formale, visto che si sono attenuti a delle regole ben chiare, ma è più che evidente che in certe occasioni dovrebbe vincere la ragionevolezza e non il freddo rispetto di normative.
La storia della signora Rebecchi non è però un evento unico ma solamente un esempio estremo di fatti quotidiani nel nostro Paese. Tre anni fa, anche per rispondere a questi incidenti, Regione Lombardia ha voluto creare un vero e proprio Assessorato dedicato al tema della semplificazione che ha raggiunto ottimi risultati riuscendo a ridurre in modo sostanziale i tempi e le fasi di risoluzione dei procedimenti amministrativi e innovando le modalità di partecipazione da parte di cittadini e imprese. Questo sforzo, confermato anche dalla nuova Giunta, nulla può però se resta un esempio isolato, serve da parte di tutte le istituzioni e enti, a partire dal Governo e dal Parlamento, un impegno specifico per realizzare un sistema costruito partendo dalla persona e dalla sue singole esigenze.
Un invito che mi sento di porre con forza innanzitutto all´Inps, spesso al centro di questi gravi fatti di cieca burocrazia, basti pensare ai numerosi disagi creati pochi mesi fa ai pensionati nel recuperare il CUD per la presentazione della dichiarazione dei redditi e alle lunghe attese di alcuni anni fa per la richiesta della pensione di invalidità.
Ma serve soprattutto un totale ripensamento dell´attuale sistema delle regole che è frutto della sfiducia nei confronti del cittadino, di una cultura del sospetto e dell´ossessione per il controllo. Servono fiducia e responsabilità e norme semplici. Altrimenti persone e imprese affogheranno in un mare di leggi nemiche della libertà e dello sviluppo.
Da più parti ormai si parla quotidianamente di sburocratizzazione e semplificazione ma eventi come quello di ieri sottolineano come si è fatto ancora troppo poco per andare incontro alle reali esigenze delle persone in difficoltà e per creare un sistema a dimensione d´uomo. Il comunicato di Poste Italiane sull´accaduto ne è la più lampante della prove. Nulla, infatti, si può dire sul lato formale, visto che si sono attenuti a delle regole ben chiare, ma è più che evidente che in certe occasioni dovrebbe vincere la ragionevolezza e non il freddo rispetto di normative.
La storia della signora Rebecchi non è però un evento unico ma solamente un esempio estremo di fatti quotidiani nel nostro Paese. Tre anni fa, anche per rispondere a questi incidenti, Regione Lombardia ha voluto creare un vero e proprio Assessorato dedicato al tema della semplificazione che ha raggiunto ottimi risultati riuscendo a ridurre in modo sostanziale i tempi e le fasi di risoluzione dei procedimenti amministrativi e innovando le modalità di partecipazione da parte di cittadini e imprese. Questo sforzo, confermato anche dalla nuova Giunta, nulla può però se resta un esempio isolato, serve da parte di tutte le istituzioni e enti, a partire dal Governo e dal Parlamento, un impegno specifico per realizzare un sistema costruito partendo dalla persona e dalla sue singole esigenze.
Un invito che mi sento di porre con forza innanzitutto all´Inps, spesso al centro di questi gravi fatti di cieca burocrazia, basti pensare ai numerosi disagi creati pochi mesi fa ai pensionati nel recuperare il CUD per la presentazione della dichiarazione dei redditi e alle lunghe attese di alcuni anni fa per la richiesta della pensione di invalidità.
Ma serve soprattutto un totale ripensamento dell´attuale sistema delle regole che è frutto della sfiducia nei confronti del cittadino, di una cultura del sospetto e dell´ossessione per il controllo. Servono fiducia e responsabilità e norme semplici. Altrimenti persone e imprese affogheranno in un mare di leggi nemiche della libertà e dello sviluppo.
Mauro Parolini
CAPOGRUPPO POPOLO DELLA LIBERTÀ IN REGIONE LOMBARDIA
CAPOGRUPPO POPOLO DELLA LIBERTÀ IN REGIONE LOMBARDIA