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“Non si può governare senza amore al popolo e senza umiltà! E ogni uomo, ogni donna che deve prendere possesso di un servizio di governo, deve farsi queste due domande: ‘Io amo il mio popolo, per servirlo meglio? Sono umile e sento tutti gli altri, le diverse opinioni, per scegliere la migliore strada?’.
 
Queste le parole che ha detto papa Francesco lunedì mattina, nella messa celebrata, come sempre, nella cappella della Casa di Santa Marta, dove vive, in Vaticano.
 
Se chi comanda non si fa queste domande il suo governo non sarà buono, ha aggiunto il Papa. “Il governante, uomo o donna, che ama il suo popolo è un uomo o una donna umile”, ha detto.
 
Commentando il passo del Vangelo in cui il centurione chiede con umiltà e fiducia la guarigione del servo e riflettendo sulla lettera di San Paolo a Timoteo con l’invito a pregare per i governanti, il Papa ha fatto delle riflessioni.
 
In questo contesto, ha detto che l’umiltà e l’amore sono necessari a chi governa, ricordando che anche i cittadini, soprattutto se sono cattolici, non possono essere indifferenti alla politica.
 
“Un governante che non ama, non può governare: al massimo potrà disciplinare, mettere un po’ di ordine, ma non governare”, ha detto il Papa.
 
Papa Francesco ha anche evidenziato nella sua omelia che i cittadini non possono essere indifferenti nei confronti della politica.
 
“Nessuno di noi può dire: ‘Ma io non c’entro in questo, loro governano…’.”.
 
“No, no, io sono responsabile del loro governo e devo fare il meglio perché loro governino bene e devo fare il meglio partecipando nella politica come io posso”, ha detto papa Bergoglio.
 
Quindi, il Pontefice ha ricordato che la dottrina sociale della chiesa dice che la politica è una delle forme più alte di carità, perché serve il bene comune.