La stagione costituente
di Massimo Tedeschi
da Corriere della Sera 23 Dicembre 2013
Inutile chiedersi chi sia il Matteo Renzi bresciano. I trentenni non fanno breccia da queste parti. La successione delle classi dirigenti in provincia non ammette salti, non prevede vuoti. Quella che si profila a Brescia è piuttosto la stagione dei cinquantenni. Leader (politici, imprenditori e non solo) che entrano nei ranghi più alti della vita pubblica secondo i ritmi prudenti e calcolati della successione generazionale.
Tanto per stare a due casi emblematici, basterà ricordare che attorno al giro di boa dei cinquant’anni si collocano, sia pure a estremità opposte, le biografie del nuovo presidente di Aib Marco Bonometti e del sindaco Emilio del Bono, esponente quest’ultimo di una generazione di politici (di destra e di sinistra) che hanno sì debuttato giovanissimi nei primi anni Novanta ma oggi contano numerosi capelli grigi.
Attorno a questa età si colloca anche Giacomo Gnutti, il presidente di Fondazione della comunità bresciana che – se vincerà i legittimi scrupoli imprenditoriali e asseconderà le pressioni concentriche di questi giorni e la vocazione familiare all’impegno pubblico – potrebbe scrivere una stagione nuova alla guida della Camera di commercio.
Gnutti – intervistato nei giorni scorsi dal Corriere – ha ricordato che dodici anni fa, per sciogliere le ultime riserve e accettare la presidenza della Fondazione, si rivolse per un consiglio decisivo a due «grandi vecchi»: suo padre, il cavalier Franco, e il notaio Giuseppe Camadini. Oggi entrambi non ci sono più e, come dice Gnutti, la decisione se accettare la candidatura in via Einaudi va presa «da solo». A Brescia restano ormai pochissime grandi figure di riferimento, ed esigere la loro continue funzioni oracolari è un limite, oltre che una debolezza. Ora tocca ai cinquantenni decidere. Vedano loro se da soli o in quadra.
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