In questo giorno in cui si è festeggiato i lavoratori e i loro diritti conquistati, sono rimasto molto colpito dalle parole di Papa Francesco e del Presidente Mattarella che, all’unisono, hanno sottolineato che proprio nel lavoro sta la dignità dell’uomo.
In questa giornata perciò è giusto rivolgere il nostro pensiero a chi un lavoro non ce l’ha ( e sono tantissimi i giovani in questa situazione), e ai tanti che lo hanno perso e lo ricercano con la fatica che conosciamo.
Il mio Augurio è che per tutti costoro sia comunque un buon Primo Maggio di speranza.
Ma questo augurio voglio farlo anche a chi – ed è la gran parte del mondo femminile – al di là di ogni retribuzione, dedica quotidianamente i propri sforzi e le proprie fatiche alla famiglia, alla casa, ai figli, ai nipoti e a volte anche ai genitori che, arrivati alla veneranda età, spesso non sono più autosufficienti; e a quanti anche al di là di ogni rapporto affettivo, offrono il loro tempo e le loro energie al mondo del volontariato.
Sono tutti lavori (e lavoratori) spesso invisibili e non riconosciuti ma che hanno una importanza essenziale e preziosissima nella nostra società attuale.
Che per tutti loro la festa del Primo Maggio diventi sempre di più, in Italia e in Europa, la giornata del rispetto e della gratitudine.
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