Vi riporto la mia intervista su Ticino Notizie Online.
Mauro Parolini perché ha scelto di candidarsi alle Europee? E, poi, perché il ritorno sotto la bandiera di Forza Italia?
“Questa decisione presa con Maurizio Lupi, Alessandro Colucci e tanti altri amici risponde ad un compito fondamentale e comunque necessario: dare voce alla componente moderata e liberale del Paese, sempre più sovrastata dagli urlatori. Con Silvio Berlusconi per dare voce ai moderati, giusto per capirci. E, ancora per essere più chiari, vogliamo riprendere le politiche moderate: pensi, ad esempio, se i miliardi buttati nel pozzo senza fondo del reddito di cittadinanza fossero stati impiegati per aiutare finalmente la famiglia”.
Già, la famiglia che è un tema sempre caldo. Ma in Europa ci sono anche altri fronti che hanno ricadute sul bilancio italiano, da quello del turismo a quello del lavoro…
“…Il turismo e il commercio sono parte importante della mia esperienza come assessore al Turismo e Commercio della Regione Lombardia. So che turismo e commercio sono settori strategici per lo sviluppo, creano lavoro e devono essere fortemente integrati. Mi impegno perciò per aumentare i fondi europei e gli investimenti per il turismo e commercio, per renderli facilmente accessibili alle nostre piccole imprese, per sostenere la promozione turistica dei nostri territori, gli investimenti per migliorare la qualità dei negozi e delle strutture ricettive e favorire le ricadute positive del turismo sui negozi dei centri abitati”.
E il lavoro?
“Nel lavoro sta la dignità dell’uomo. Soltanto con il lavoro è possibile per ogni donna e uomo tentare la realizzazione di sè, dei propri progetti di vita; l’orgoglio di chi lavorando provvede a far crescere i propri sogni e la propria famiglia. Questo è il cuore della nostra civiltà.
Nel lavoro c’è la dignità di ogni uomo e perciò il diritto al lavoro è il primo dei diritti, come dice la nostra Costituzione.
Più lavoro significa anche più benessere e maggior capacità di aiutare anche chi ha bisogno. Questa è l’equazione di una crescita buona e possibile per l’Italia e da portare in Europa.
Il lavoro però non si crea né con le parole né per legge: servono investimenti, innovazione, regole semplici ed efficaci, consapevolezza che il destino dei lavoratori e dell’impresa sono strettamente legati. Come si fa a creare lavoro se si dice no a tutto e si blocca ogni tipo di attività di sviluppo? Come si fa a distribuire se prima non si crea ricchezza e sviluppo?
Bisogna avere il coraggio di dire sì ad un uso più efficiente dei fondi di investimento europei nei settori strategici di sviluppo della nostra economia e di tutela anche delle nostre imprese, piccole e grandi.
Dire sì a leggi che facilitano l’accesso al credito per le nostre piccole e medie imprese. Sì a Direttive europee per promuovere l’occupazione femminile, garantire parità di salario e il miglior supporto possibile alla maternità e alla paternità e, ancora, sì a leggi per la piena occupazione per i giovani attraverso stage, lavoro e formazione equamente retribuita. Poi, semmai arriva anche l’aiuto. l’assistenza. In ultima istanza”.
Un’ultima domanda, non teme il peso della Lega sul risultato elettorale?
“Noi siamo un’altra cosa. Siamo la moderazione di centro. Noi pensiamo che i problemi si risolvono senza estremizzarli. Un conto è gridare, un’altro governare e queste cose le sa anche Salvini che prima o poi si accorgerà di tenere in piedi un governo con i Cinque Stelle e costretto a seguirli nella loro politica dissennata e fatta di incompetenza. Speriamo succeda prima che si producano danni irreparabili alle tasche degli italiani”.
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