Bresciaoggi 2 febbraio 2013
La corsa dei candidati Pdl a Camera, Senato e Regione ufficialmente è iniziata ieri dalla sede di viale Monza a Milano, dove, davanti allo stato maggiore del partito coordinato da Mario Mantovani e accompagnato da Maurizio Lupi e Mariastella Gelmini verso le urne, gli «uomini della libertà» hanno avuto il mandato di «fare proseliti perchè la sinistra non è più così lontana». E il messaggio dato dai capilista, per Lombardia 2 per voce della Gelmini, è stato chiaro: «Abbiamo recuperato quasi 10 punti in meno di un mese e mezzo». Come dire che il «miracolo» è a portata di mano e di voto. «La partita è assolutamente aperta – ha aggiunto il vice presidente della Camera, Maurizio Lupi – e possiamo vincere non solo il Senato ma proprio le elezioni se vinciamo in Lombardia». E in un quadro regionale che regala al Pdl il 20% delle preferenze, Brescia farebbe la parte del leone con proiezioni che parlano del 22,5%. Un dato che consentirebbe di portare a casa almeno nove parlamentari sicuri. «Ne siamo convinti – ha sottolineato Mariastella Gelmini pensando ai compagni come Giuseppe Romele e Stefano Saglia, l´unico rimasto nel limbo dell´incertezza -. Siamo in campo per vincere e ancora una volta Brescia sarà leonessa lombarda».
COSÌ, CON UN OCCHIO ai sondaggi alla Camera e la convinzione di essere avanti in Senato, la battaglia sarà tutta nelle preferenze delle regionali. Forse per questo alla presentazione dei candidati ha portato a sorpresa un saluto anche il segretario della Lega Roberto Maroni, che è comune candidato alla presidenza della Regione Lombardia e ha ricevuto un applauso dalla platea. «Ecco il mio ministro preferito – ha rotto il ghiaccio Maroni salutando la Gelmini -. La mia è una battaglia importante. Per questo voglio essere presidente dell´intera coalizione, non solo leghista…».
Poco prima il coordinatore Mantovani aveva spiegato che «cedere alla Lega il candidato presidente della Lombardia ha costituito per noi un grosso sacrificio di presenza in una regione simbolo». «Lo abbiamo fatto perchè abbiamo a cuore una visione complessiva del Paese: senza la Lega – ha concluso Mantovani – non avremmo potuto vincere e oggi con questa coalizione siamo pronti a battere la sinistra».
«Tutti i sondaggi ci danno vincenti al Senato. Qui si gioca il futuro dell´esito elettorale anche delle politiche – ha ricordato Maurizio Lupi, secondo cui l´esito elettorale sarà di 13 senatori di vantaggio da parte del centrodestra nei confronti del centrosinistra -. Un distacco che sarà difficile da colmare: siamo vincenti in Sicilia e in Veneto, e in altre quattro regioni in bilico. La partita – ha aggiunto – è assolutamente aperta e se vinciamo in Lombardia possiamo vincere le elezioni non soltanto al Senato ma anche alla Camera».
A DARE MANFORTE a Lupi ci ha pensato l´ex ministro Gelmini, secondo cui «il nord è la parte del Paese che soffre di più» e bisogna incentivare lo sviluppo economico soprattutto qui. «La caduta prematura della giunta Formigoni potrà consentire di consolidare i consensi per Maroni – ha rimarcato -. Per vincere a Brescia abbiamo fatto una squadra forte che potrà contare sull´esperienza di Alberto Cavalli, Mauro Parolini che si è sempre distinto nei ruoli che ha ricoperto, Giampaolo Mantelli che ha fatto bene l´assessore all´agricoltura e Mattia Margaroli che è un giovane molto capace. Le donne completano una lista competitiva in campo per vincere».
Infine, un appello: «Il voto ad Albertini è un voto perso: ha già un posto al Senato, e non farà mai il consigliere d´opposizione». Non solo. «Noi chiediamo un voto utile – chiudono in viale Monza -. Non disperdiamo. La nostra circoscrizione è quella più avanti e c´è la speranza di essere tutti eletti. Anche per Riccardo Conti in Senato». E proprio il senatore ricandidato da Berlusconi ieri era «assente». «Ma tornerà presto – sbottano al partito -. Deve fare campagna elettorale». giuseppe.spatola@bresciaoggi.it
COSÌ, CON UN OCCHIO ai sondaggi alla Camera e la convinzione di essere avanti in Senato, la battaglia sarà tutta nelle preferenze delle regionali. Forse per questo alla presentazione dei candidati ha portato a sorpresa un saluto anche il segretario della Lega Roberto Maroni, che è comune candidato alla presidenza della Regione Lombardia e ha ricevuto un applauso dalla platea. «Ecco il mio ministro preferito – ha rotto il ghiaccio Maroni salutando la Gelmini -. La mia è una battaglia importante. Per questo voglio essere presidente dell´intera coalizione, non solo leghista…».
Poco prima il coordinatore Mantovani aveva spiegato che «cedere alla Lega il candidato presidente della Lombardia ha costituito per noi un grosso sacrificio di presenza in una regione simbolo». «Lo abbiamo fatto perchè abbiamo a cuore una visione complessiva del Paese: senza la Lega – ha concluso Mantovani – non avremmo potuto vincere e oggi con questa coalizione siamo pronti a battere la sinistra».
«Tutti i sondaggi ci danno vincenti al Senato. Qui si gioca il futuro dell´esito elettorale anche delle politiche – ha ricordato Maurizio Lupi, secondo cui l´esito elettorale sarà di 13 senatori di vantaggio da parte del centrodestra nei confronti del centrosinistra -. Un distacco che sarà difficile da colmare: siamo vincenti in Sicilia e in Veneto, e in altre quattro regioni in bilico. La partita – ha aggiunto – è assolutamente aperta e se vinciamo in Lombardia possiamo vincere le elezioni non soltanto al Senato ma anche alla Camera».
A DARE MANFORTE a Lupi ci ha pensato l´ex ministro Gelmini, secondo cui «il nord è la parte del Paese che soffre di più» e bisogna incentivare lo sviluppo economico soprattutto qui. «La caduta prematura della giunta Formigoni potrà consentire di consolidare i consensi per Maroni – ha rimarcato -. Per vincere a Brescia abbiamo fatto una squadra forte che potrà contare sull´esperienza di Alberto Cavalli, Mauro Parolini che si è sempre distinto nei ruoli che ha ricoperto, Giampaolo Mantelli che ha fatto bene l´assessore all´agricoltura e Mattia Margaroli che è un giovane molto capace. Le donne completano una lista competitiva in campo per vincere».
Infine, un appello: «Il voto ad Albertini è un voto perso: ha già un posto al Senato, e non farà mai il consigliere d´opposizione». Non solo. «Noi chiediamo un voto utile – chiudono in viale Monza -. Non disperdiamo. La nostra circoscrizione è quella più avanti e c´è la speranza di essere tutti eletti. Anche per Riccardo Conti in Senato». E proprio il senatore ricandidato da Berlusconi ieri era «assente». «Ma tornerà presto – sbottano al partito -. Deve fare campagna elettorale». giuseppe.spatola@bresciaoggi.it