A quanto pare, roghi pubblici del Corano vi erano già stati in passato, ma senza destare una grande attenzione. Inoltre, negli ambienti evangelici Jones è descritto come il capo di una congregazione marginale di nessuna importanza. Allora, perché il suo caso ha avuto così tanto rilievo sui media, anche su quelli internazionali?
Il tono dei notiziari era molto serio: come avrebbe risposto il mondo musulmano a questo indescrivibile atto? Funzionari americani, dalla Casa Bianca in giù, hanno condannato il piano di Jones, compresi il Segretario di Stato Hillary Clinton e il consigliere presidenziale David Axelrod. Il generale David Petraeus ha ammonito Jones di non bruciare il Corano, perché avrebbe messo in pericolo le vite dei soldati americani.
Lo stesso presidente Obama in televisione ha detto di Jones: Se mi sta ascoltando, io spero che capisca che ciò che si propone di fare è completamente contrario ai valori americani.. questo potrebbe danneggiare gravemente i nostri giovani in uniforme. Jones avrebbe dovuto ascoltare i suoi angeli più buoni ha detto il presidente e annullare il suo atto distruttivo. (Gli angeli non devono essere riusciti a convincerlo, visto che a quanto pare è dovuto intervenire Dio).
Continua Bawer: Si possono annunciare progetti per bruciare pile di Bibbie, o di Bhagavad-Gita o Dhammapada, del Libro dei Mormoni o di Science and Health with Key to the Scriptures, o interi camion di copie della Torre di Guardia o di ogni altro testo religioso non musulmano senza che la Casa Bianca o il Pentagono convochino riunioni di emergenza e mettano le ambasciate in stato di allerta.
Contrariamente a quanto dice Obama conclude Bawer, non si tratta dei nostri valori come americani; non si tratta di libertà e tolleranza religiosa. Si tratta di paura. Nove anni dopo che gli jiadisti hanno ammazzato 2977 persone sul suolo americano, lo spettacolo di leader americani tremanti di paura al pensiero che un pagliaccio potesse offendere il mondo musulmano è solo osceno.
Gli americani sono quindi colpevoli di islamofobia, come recentemente suggerito dal Time Magazine in un articolo di copertina? O è tutta una creazione dei media, affamati di polemiche per riempire le loro ventiquattro ore di notizie? Diversi osservatori e pubblicisti cominciano a sospettare che gli americani siano meno nervosi di quanto appaiano dai notiziari. Qualcuno si spinge a suggerire che, malgrado i sondaggi e le vittorie del Tea Party nelle primarie, i Democratici potrebbero anche non subire un disastro nelle elezioni di metà legislatura del prossimo novembre.
Questa settimana tempeste e uragani tropicali stanno tornando a minacciare le coste del Nordest. Questo potrebbe soddisfare il bisogno dei media e, invece di creare polemiche incontrollate, spingerli a parlare di pericoli reali