Bresciaoggi 20 settembre 2011
Il cielo minacciava nuvole, ma tutto è filato liscio. Liscio nonostante il meteo, in effetti, a tratti non sia stato proprio clemente. E liscio perchè non si sono registrati incidenti, infortuni gravi, o proteste, come annunciato dalle associazioni ambientaliste, che aleggiavano nell’aria insieme a qualche scroscio di pioggia. L’apertura della stagione venatoria, insomma, si è chiusa in modo assolutamente positivo: con i carnieri tutto sommato buoni, e senza problemi particolari sotto il profilo della sicurezza e dell’incolumità fisica di cacciatori e non. Se non per un lievissimo infortunio: Giuseppe M., 42 anni, stava partecipando a una battuta di caccia a Goito, nel Mantovano, quando non avrebbe visto una riva e sarebbe quindi caduto. Sospetta frattura del perone la diagnosi secondo i medici dell’ospedale di Manerbio, dove il cacciatore è stato accompagnato dai famigliari.
A DIFFERENZA degli anni precedenti, nel mirino degli oltre 28 mila cacciatori bresciani, stavolta, c’erano e ci saranno anche la specie in deroga: una piccola grande vittoria del popolo delle doppiette dopo una lunga battaglia con la Regione. Una vittoria, questa, che salvo ribaltoni legali disponde che in Lombardia si possano abbattere 165 mila storni, 310 mila fringuelli, 39 mila peppole, 21 mila pispole e 13 mila frosoni. Ma gradatamente, perchè ieri, per la prima giornata, a disposizione dei cacciatori c’era solo lo storno, mentre per esempio, pispole e fringuelli saranno cacciabili dal primo di ottobre.
A CONFERMARE la buona partenza della stagione venatoria sono gli stessi rappresentanti di categoria, a partire da Enzo Bosio, vicepresidente di Federcaccia Brescia, che rileva senza pensarci un aspetto su tutti, vale a dire «l’assenza di incidenti, ed è la cosa più importante». Positivo il primo bilancio anche in termini di prede.
«Siamo partiti bene – osserva Bosio – soprattutto per quanto riguarda la cattura di selvaggina che ha dato buoni rislutati nelle zone ben gestite: molto attiva, per esempio, nelle aree pedemontane e collinari».
D’accordo anche Domenico Grandini, presidente regionale Anuu Migratoristi, rientrato nel bresciano nel primo pomeriggio dopo una tappa a Reggio Emilia («Lì ci sono zone molto ampie e cacciatori limitati, mentre Brescia conta un cacciatore per ogni 6 ettari di terreno»). Anche Grandini, come il collega, prima di qualsiasi commento, focalizza sulla sicurezza. «Oggi non ci sono stati incidenti – tiene a ribadire – ed è la prima cosa da segnalare, il primo risultato utile, anche perchè esercitare una passione come la nostra ed avere problemi non è mai piacevole». Ed è un dato, quello dell’assenza di infortuni, che Grandini attribuisce anche ai numerosi appelli lanciati dai cacciatori prima dell’avvio della stagione: «Evidentemente le raccomandazioni hanno funzionato», rileva.
«È andata bene per chi si è concentrato sulla caccia stanziale in zone come Concesio e Villa Carcina, ma anche nella Bassa – commenta Grandini -: buoni i carnieri di starne, lepri e fagiani». E buona anche la migratoria, che ha registrato un buon passo d’inizio: «I primi tordi si sono visti nelle zone collinari e in montagna, gli storni, in deroga, nella Bassa, come anche le battute negli appostamenti acquatici».
A farla da padrone quindi, sembra proprio essere la soddisfazione per una prima giornata che gli appassionati delle doppiette aspettavano da mesi, dall’esito positivo, e senza lo spauracchio di manifestazioni, proteste, lamentele e, soprattutto, infortuni. «Il maltempo quasi non lo calcoliamo, succede quasi sempre durante le domeniche di caccia, ma non ci spaventa», ironizza Adriano Pizzini, presidente di Arcicaccia Brescia, che evidenzia come «i cacciatori in stanziale probabilmente si sono diveriti parecchio per la prima data utile». E senza dimenticare l’importanza del via libera alla caccia in deroga, «un bel passaggio», che spinge Grandini a ringraziare, per il sostegno e l’impegno istituzionale, «l’assessore regionale Mauro Parolini e il padre Antonio, ex associato, scomparso: per il mondo venatorio hanno fatto davvero molto».
A proposito di rappresentanti istituzionali, pollice in alto anche da parte dell’assessore provinciale alla caccia, Alessandro Sala, che a sua volta non manca di sottolineare che la prima giornata di caccia si è chiusa senza incidenti: «Il carniere è stato buono un po’ per tutti, sia in pianura che in montagna». E non manca un retroscena inaspettato e dal lieto fine: «Mi risulta che nella zona di Valvestino i cacciatori abbiano recuperato un capriolo ferito, ma non impallinato, e che l’abbiano poi trasferito per le cure».
I RESOCONTI arrivati «da tutta la provincia» dicono quindi di «una giornata tranquilla, senza incidenti e priva delle temute manifestazioni anti-caccia», tiene a evidenziare anche Dario Saleri, comandante del nucleo ittico-venatorio. «Buona la presenza di cacciatori, ben distruibuiti dalla Bassa alle valli – spiega -: e buoni pure i carnieri – conferma – sia per quanto riguarda le lepri che i fagiani, ma anche per le anatre, visto che la pianura della Bassa ha registrato un buon passo anche sotto questo aspetto».
Numerosi, soddisfatti, e disciplinati: pochissime le sanzioni rilevate, «magari per la caccia di qualche specie protetta – riferisce Saleri -, ma a differenza degli altri anni non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione, da parte di cittadini o di altre forze dell’ordine, per la presenza di cacciatori per strada o a distanza ravvicinata dalle abitazioni». In servizio, per la prima giornata della stazione velatoria, quasi tutti gli agenti, una cinquantina, per una ventina di pattuglie (5 nella Bassa, più altre 10 di guardie volontarie)
A DIFFERENZA degli anni precedenti, nel mirino degli oltre 28 mila cacciatori bresciani, stavolta, c’erano e ci saranno anche la specie in deroga: una piccola grande vittoria del popolo delle doppiette dopo una lunga battaglia con la Regione. Una vittoria, questa, che salvo ribaltoni legali disponde che in Lombardia si possano abbattere 165 mila storni, 310 mila fringuelli, 39 mila peppole, 21 mila pispole e 13 mila frosoni. Ma gradatamente, perchè ieri, per la prima giornata, a disposizione dei cacciatori c’era solo lo storno, mentre per esempio, pispole e fringuelli saranno cacciabili dal primo di ottobre.
A CONFERMARE la buona partenza della stagione venatoria sono gli stessi rappresentanti di categoria, a partire da Enzo Bosio, vicepresidente di Federcaccia Brescia, che rileva senza pensarci un aspetto su tutti, vale a dire «l’assenza di incidenti, ed è la cosa più importante». Positivo il primo bilancio anche in termini di prede.
«Siamo partiti bene – osserva Bosio – soprattutto per quanto riguarda la cattura di selvaggina che ha dato buoni rislutati nelle zone ben gestite: molto attiva, per esempio, nelle aree pedemontane e collinari».
D’accordo anche Domenico Grandini, presidente regionale Anuu Migratoristi, rientrato nel bresciano nel primo pomeriggio dopo una tappa a Reggio Emilia («Lì ci sono zone molto ampie e cacciatori limitati, mentre Brescia conta un cacciatore per ogni 6 ettari di terreno»). Anche Grandini, come il collega, prima di qualsiasi commento, focalizza sulla sicurezza. «Oggi non ci sono stati incidenti – tiene a ribadire – ed è la prima cosa da segnalare, il primo risultato utile, anche perchè esercitare una passione come la nostra ed avere problemi non è mai piacevole». Ed è un dato, quello dell’assenza di infortuni, che Grandini attribuisce anche ai numerosi appelli lanciati dai cacciatori prima dell’avvio della stagione: «Evidentemente le raccomandazioni hanno funzionato», rileva.
«È andata bene per chi si è concentrato sulla caccia stanziale in zone come Concesio e Villa Carcina, ma anche nella Bassa – commenta Grandini -: buoni i carnieri di starne, lepri e fagiani». E buona anche la migratoria, che ha registrato un buon passo d’inizio: «I primi tordi si sono visti nelle zone collinari e in montagna, gli storni, in deroga, nella Bassa, come anche le battute negli appostamenti acquatici».
A farla da padrone quindi, sembra proprio essere la soddisfazione per una prima giornata che gli appassionati delle doppiette aspettavano da mesi, dall’esito positivo, e senza lo spauracchio di manifestazioni, proteste, lamentele e, soprattutto, infortuni. «Il maltempo quasi non lo calcoliamo, succede quasi sempre durante le domeniche di caccia, ma non ci spaventa», ironizza Adriano Pizzini, presidente di Arcicaccia Brescia, che evidenzia come «i cacciatori in stanziale probabilmente si sono diveriti parecchio per la prima data utile». E senza dimenticare l’importanza del via libera alla caccia in deroga, «un bel passaggio», che spinge Grandini a ringraziare, per il sostegno e l’impegno istituzionale, «l’assessore regionale Mauro Parolini e il padre Antonio, ex associato, scomparso: per il mondo venatorio hanno fatto davvero molto».
A proposito di rappresentanti istituzionali, pollice in alto anche da parte dell’assessore provinciale alla caccia, Alessandro Sala, che a sua volta non manca di sottolineare che la prima giornata di caccia si è chiusa senza incidenti: «Il carniere è stato buono un po’ per tutti, sia in pianura che in montagna». E non manca un retroscena inaspettato e dal lieto fine: «Mi risulta che nella zona di Valvestino i cacciatori abbiano recuperato un capriolo ferito, ma non impallinato, e che l’abbiano poi trasferito per le cure».
I RESOCONTI arrivati «da tutta la provincia» dicono quindi di «una giornata tranquilla, senza incidenti e priva delle temute manifestazioni anti-caccia», tiene a evidenziare anche Dario Saleri, comandante del nucleo ittico-venatorio. «Buona la presenza di cacciatori, ben distruibuiti dalla Bassa alle valli – spiega -: e buoni pure i carnieri – conferma – sia per quanto riguarda le lepri che i fagiani, ma anche per le anatre, visto che la pianura della Bassa ha registrato un buon passo anche sotto questo aspetto».
Numerosi, soddisfatti, e disciplinati: pochissime le sanzioni rilevate, «magari per la caccia di qualche specie protetta – riferisce Saleri -, ma a differenza degli altri anni non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione, da parte di cittadini o di altre forze dell’ordine, per la presenza di cacciatori per strada o a distanza ravvicinata dalle abitazioni». In servizio, per la prima giornata della stazione velatoria, quasi tutti gli agenti, una cinquantina, per una ventina di pattuglie (5 nella Bassa, più altre 10 di guardie volontarie)