Bresciaoggi 31 marzo 2010
Mauro Parolini, dallaltra notte, guarda tutti dallalto delle 19.019 preferenze su cui lhanno issato gli elettori bresciani. È lui il neo-consigliere regionale più preferenziato della provincia, lunico che ha avvicinato il record di Viviana Beccalossi (20.873) e superato quello di Mariastella Gelmini (17.376) del 2005. Lhanno sospinto i voti della componente ciellina (che ormai va ribattezzata Paroli-Parolini) alleata agli ex di An, il suo inesausto lavoro di tessitura con il territorio, lentusiasmo di un gruppo di giovani militanti che ha avuto un cuore tutto femminile con Mariateresa Vivaldini, Monica Poli, Nicoletta Borioni e Claudia Carzeri.
Lassessore uscente Franco Nicoli Cristiani, alla quarta legislatura, ottiene un risultato inferiore alle aspettative: 829 voti in meno rispetto a cinque anni fa. Nicoli non aveva più i voti di Cielle ma poteva contare sullappoggio della componente Gelmini-Romele. Qualcosa non ha funzionato. Il «correntone» di cui si è parlato a lungo è ancora frutto di una fusione a freddo e il ministro Gelmini (dopo lormai imminente maternità) dovrà tornare a far sentire tutto il suo peso se vorrà tenere serrate le truppe.
Un exploit ha fatto registrare Margherita Peroni, alla sua quinta legislatura. Una campagna dimmagine azzeccata, un messaggio chiaro incentrato sui valori, la capacità di intercettare lo scontento di altri gruppi del Pdl lhanno sospinta a 14.978 preferenze: ben 2.500 in più rispetto al 2005. Primo dei non eletti del Pdl è il consigliere uscente Vanni Ligasacchi: le 10.041 preferenze (quasi il triplo rispetto alle 3.513 del 2005) lo consacrano punto di riferimento dei cacciatori bresciani.
NELLA LEGA Renzo Bossi incamera un primato: a ventanni è il consigliere più giovane di sempre in Lombardia. Deve ringraziare il cognome che ha, il babbo che lha spinto e i 12.893 bresciani che hanno scritto il suo nome sulla scheda. Dopo i mugugni iniziali la Lega bresciana ha pronunciato il suo «obbedisco» padano e lha dimostrato in «gabina». Con Bossi, seggio regionale per Piero Toscani (cuoco rovatese vicino al sottosegretario Molgora) e Alessandro Marelli (funzionario della Lega in via Bellerio, uomo di fiducia del ministro Maroni).
Nel Pd il consigliere uscente Arturo Squassina (17.743 voti lultima volta) si ferma a 4.725 voti e non centra il bis. Staccano il biglietto per Milano Gianni Girelli (9.518 voti, meno della metà dei 20.045 che ci vollero a Guido Galperti per risultare il più votato dellUlivo 5 anni fa) e Gianbattista Ferrari (7.431), primo candidato costretto a vivere la campagna in una corsia dospedale, oggetto di una commovente testimonianza di stima da militanti ed elettori «democrats». Nel Pd bel risultato delle quattro candidate rosa (Bandera, Venturi, Ramponi e Colosio) tutte però fuori dal giro-elezione.
NELLUDC Quadrini migliora il risultato del 2005 (passa da 4.204 a 4.932 voti) e precede Rampinelli, lassessore comunale Orto e il socialista Cantoni. NellIdv Patitucci (935 voti) conquista il seggio con meno di mille voti staccando sia il vice-coordinatore Folli che lex assessore Grazioli. Solo quinto Zani, pur appoggiato dal senatore De Toni. M.TE.
Lassessore uscente Franco Nicoli Cristiani, alla quarta legislatura, ottiene un risultato inferiore alle aspettative: 829 voti in meno rispetto a cinque anni fa. Nicoli non aveva più i voti di Cielle ma poteva contare sullappoggio della componente Gelmini-Romele. Qualcosa non ha funzionato. Il «correntone» di cui si è parlato a lungo è ancora frutto di una fusione a freddo e il ministro Gelmini (dopo lormai imminente maternità) dovrà tornare a far sentire tutto il suo peso se vorrà tenere serrate le truppe.
Un exploit ha fatto registrare Margherita Peroni, alla sua quinta legislatura. Una campagna dimmagine azzeccata, un messaggio chiaro incentrato sui valori, la capacità di intercettare lo scontento di altri gruppi del Pdl lhanno sospinta a 14.978 preferenze: ben 2.500 in più rispetto al 2005. Primo dei non eletti del Pdl è il consigliere uscente Vanni Ligasacchi: le 10.041 preferenze (quasi il triplo rispetto alle 3.513 del 2005) lo consacrano punto di riferimento dei cacciatori bresciani.
NELLA LEGA Renzo Bossi incamera un primato: a ventanni è il consigliere più giovane di sempre in Lombardia. Deve ringraziare il cognome che ha, il babbo che lha spinto e i 12.893 bresciani che hanno scritto il suo nome sulla scheda. Dopo i mugugni iniziali la Lega bresciana ha pronunciato il suo «obbedisco» padano e lha dimostrato in «gabina». Con Bossi, seggio regionale per Piero Toscani (cuoco rovatese vicino al sottosegretario Molgora) e Alessandro Marelli (funzionario della Lega in via Bellerio, uomo di fiducia del ministro Maroni).
Nel Pd il consigliere uscente Arturo Squassina (17.743 voti lultima volta) si ferma a 4.725 voti e non centra il bis. Staccano il biglietto per Milano Gianni Girelli (9.518 voti, meno della metà dei 20.045 che ci vollero a Guido Galperti per risultare il più votato dellUlivo 5 anni fa) e Gianbattista Ferrari (7.431), primo candidato costretto a vivere la campagna in una corsia dospedale, oggetto di una commovente testimonianza di stima da militanti ed elettori «democrats». Nel Pd bel risultato delle quattro candidate rosa (Bandera, Venturi, Ramponi e Colosio) tutte però fuori dal giro-elezione.
NELLUDC Quadrini migliora il risultato del 2005 (passa da 4.204 a 4.932 voti) e precede Rampinelli, lassessore comunale Orto e il socialista Cantoni. NellIdv Patitucci (935 voti) conquista il seggio con meno di mille voti staccando sia il vice-coordinatore Folli che lex assessore Grazioli. Solo quinto Zani, pur appoggiato dal senatore De Toni. M.TE.