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Ufficio Stampa Consiglio Regionale della Lombardia
 

Bruxelles, 22 marzo 2012 – La Commissione regionale “Agricoltura, parchi e risorse idriche”  ha argomentato in modo convincente le tesi a sostegno dell’attività venatoria in deroga in Lombardia a fronte di alcune posizioni di forte contrarietà espresse in diverse occasioni in sede europea e ha ottenuto l’impegno dei dirigenti competenti della rappresentanza italiana a Bruxelles ad adoperarsi per chiudere favorevolmente e positivamente la procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea.
E’ quanto emerso negli incontri che una delegazione della Commissione regionale “Agricoltura, parchi e risorse idriche” ha tenuto oggi a Bruxelles, dopo che lo scorso mese di dicembre il Consiglio regionale aveva approvato un ordine del giorno che prevedeva l’attivazione di contatti diretti con la Commissione europea per definire nel modo migliore i provvedimenti venatori per la prossima stagione. La missione istituzionale presso la Commissione europea aveva l’obiettivo di concordare la cornice normativa entro cui inserire le disposizioni di legge inerenti  l’esercizio in deroga dell’attività venatoria, senza il rischio di incorrere nuovamente in procedure d’infrazione da parte dell’Unione Europea.

La delegazione era composta dal Vice Presidente del Consiglio Carlo Saffioti (PdL), dal Presidente della Commissione Mauro Parolini (PdL), dall’Assessore regionale all’Agricoltura Giulio De Capitani, dal Direttore generale dell’assessorato Paolo Baccoloe dai Consiglieri regionali Vanni Ligasacchi (PdL), Alessandro Marelli, Pierluigi Toscani e Jari Colla (Lega Nord), Mario Barboni (PD) e Valerio Bettoni (UdC).

“Abbiamo ottenuto dalla Commissione europea attenzione e disponibilità ad approfondire le ragioni della pratica venatoria lombarda –hanno detto Saffioti e Parolini– e dopo un confronto serrato confidiamo che già dalla prossima stagione venatoria vengano superati definitivamente tutti i problemi posti”.
La delegazione lombarda si è incontrata in mattinata con i rappresentanti dell’Ufficio Giuridico e Contenzioso Andrea Silvestri e Paola Pompermayer presso la sede di Italrap (Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione europea), mentre nel pomeriggio si è tenuta una riunione di lavoro presso la Direzione Generale Ambiente della Commissione europea “Direzione Infrazioni” con il direttore generale Pia Buccella.

Soddisfatti Mario Barboni e Valerio Bettoni, per un “incontro utile che ha posto le premesse per praticare la caccia in deroga in Lombardia in modo regolare e senza problemi. Il confronto è finalmente avviato e contiamo lo si possa felicemente portare a termine”. Meno fiducioso Vanni Ligasacchi, che, come Alessandro Marelli, “registra una certa chiusura in sede europea alla pratica di una delle tradizioni storiche più nobili della nostra regione, frutto di preconcetti difficili da superare”.
Nei suoi interventi il presidente Mauro Parolini e gli altri Consiglieri regionali hanno evidenziato dettagliatamente come i punti sollevati e lamentati dalla Commissione europea nella procedura di infrazione avviata nel novembre scorso non trovino riscontro concreto nella legge regionale sulla caccia in deroga, invitando i rappresentanti della Commissione europea a prendere nota e cognizione delle spiegazioni e delle argomentazioni fornite. 
La Commissione lombarda ha già ufficialmente richiamato nei mesi scorsi l’Ispra a compiere fino in fondo il proprio dovere in materia venatoria, chiedendo alla Giunta regionale “di attuare ogni iniziativa utile a obbligare l’Ispra ad esprimere parere obbligatorio sulla consistenza delle specie cacciabili”. Questa raccomandazione si era resa necessaria poiché dal 2005 l’Ispra (ex INFS) dichiara di non essere in grado di fornire i dati richiesti secondo i criteri fissati dall’Unione Europea, e questa inadempienza di Ispra costituisce la principale motivazione delle procedure di infrazione avviate dall’Unione Europea nei confronti delle leggi venatorie lombarde. “In assenza dei pareri dell’Ispra –hanno suggerito Parolini e Ligasacchi– per legiferare potremo avvalerci dei pareri espressi dall’Osservatorio regionale degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche, che hanno pari valore e legittimità”.

“Stiamo lavorando in modo trasversale in Consiglio regionale –hanno concluso  i Consiglieri regionali componenti la delegazione-  perché i provvedimenti della Regione sulla caccia siano sempre più coerenti e rispettosi delle tradizioni della pratica venatoria lombarda. Intendiamo promuovere ogni azione utile sia a Roma che a Bruxelles perché nel rispetto della direttiva europea anche in Lombardia l’attività venatoria sia garantita e praticata come avviene in tanti altri Paesi europei”.