Eccellenza, Benedetto XVI ha parlato di «eclissi del senso di Dio» nella società, dei «tempi piuttosto difficili» che la Chiesa sta attraversando. La secolarizzazione, gli scandali. Che cosa può fare, la Chiesa?
È chiaro che stiamo vivendo un momento difficile. Però la cosa bella è che la crisi fa diventare di nuovo progettuali.
E qual è, il progetto?
Tornare allessenziale: mettere al centro lannuncio di Gesù. Vede, leclissi diffusa del senso di Dio ha portato anche noi uomini di Chiesa a smarrirci in un labirinto che in alcuni ha fatto perdere di vista lobiettivo principale: dobbiamo recuperare la missione della Chiesa, che è appunto levangelizzazione.
Il Papa ripete che il «pericolo più grave» per la Chiesa proviene dal male al suo interno. Si tratta di questo?
Certo, ci sono i casi di pedofilia e, più in generale, i casi di distrazione dagli obiettivi essenziali che portano ad impelagarci in tante situazioni estranee: se la Chiesa dimentica il suo scopo, la sua natura, se dimentica di annunciare la salvezza e dare speranza alluomo di oggi, allora è inevitabile che diventi uno dei tanti gruppi presenti nella società. E finisca per perdersi in quel labirinto che la allontana dalla sua missione.
Si espone al male?
Si espone al rischio di essere un gruppo come tanti. Di diventare un gruppo sociale. Ma noi non siamo questo: fin dai primi tempi, la Chiesa si è distinta da qualsiasi altra comunità perché celebrava lEucarestia, annunciava la parola di Dio e testimoniava la carità. E lannuncio del Vangelo al mondo contemporaneo richiede testimoni credibili.
È anche un problema di tentazione del potere?
Quando diciamo tornare allessenziale, diciamo tutto. Una parola spiega ogni cosa: tenere lo sguardo fisso su Gesù Cristo. Perché così riusciamo a leggere in maniera diversa la nostra presenza nel mondo e capire maggiormente le esigenze delluomo. Del resto, la Chiesa vive di purificazione e rinnovamento.
Che cosa le ha detto, il Papa?
Ho avuto conferma della sua visione molto chiara, lucida e profonda di quello che dovrebbe essere il nuovo Pontificio Consiglio. Ma non cera bisogno di conferme: Joseph Ratzinger è una grande personalità nel mondo teologico e culturale che più di tanti altri, da diversi anni, ha studiato e compreso la secolarizzazione. Adesso, come Papa, sa bene qual è il compito della Chiesa.
Ma come si muoverà il nuovo Consiglio?
Si tratta di impegnarsi su due fronti. Da una parte, la collaborazione con i dicasteri che per diversi aspetti già lavorano in questo ambito nella Santa Sede. Dallaltro un lavoro con le conferenze episcopali e le Chiese in Europa, nellAmerica del Nord e del Sud, in Australia, insomma in tutto ciò che di fatto è Occidente, le chiese di antica fondazione almeno come tradizione. La nuova evangelizzazione si rivolge ai Paesi già credenti, dove ci sono battezzati ma si fa strada lindifferentismo, lallontanamento dalla Chiesa e dalla pratica religiosa, il relativismo etico…
E quindi?
È unopera in costruzione, dobbiamo riflettere e trovare gli strumenti, i linguaggi e le forme perché lannuncio di Gesù possa ancora suscitare la fede nelluomo contemporaneo. A breve, il Papa stesso ci darà indicazioni e competenze nella sua lettera apostolica di fondazione del nuovo Consiglio.
Come si fa, con un dicastero?
Non verrà calato nulla dallalto. È importante chiarire una cosa: non si comincia da capo, in tutte le Chiese cè una grande vitalità, sono sorti movimenti e associazioni, ci sono le parrocchie e il volontariato. E nostro compito sarà leggere tutto questo fermento e farlo diventare un progetto comune e unitario, nel rispetto delle diverse tradizioni.
Ma è vero che siamo in una situazione analoga ai primi secoli?
A Parigi, al Collège des Bernardins, il Papa lo ha detto chiaro: la nostra cultura si è formata grazie al quaerere Deum, alla ricerca di Dio. Il compito che ci aspetta è questo: e non significa demonizzare le culture del nostro tempo, che al contrario vanno lette e comprese per fare emergere la capacità di cercare Dio. Daltra parte la cultura dei Paesi in Occidente è impregnata di cristianesimo, occorre mostrare questa tensione, perché luomo di oggi ha bisogno di Dio: altrimenti non sa dove andare né riesce a capire se stesso.
Benedetto XVI richiamava il «programma conciliare»…
Questa sfida è una conseguenza inevitabile del Concilio Vaticano II. Penso al documento più bello e innovativo, laDei Verbum, lo sforzo di riproporre la Rivelazione.
Ce la farà, la Chiesa?
Come ha detto Benedetto XVI: la Chiesa è giovane, resta giovane. Lo scriveva anche Wojtyla nella Novo Millennio Ineunte: in questi duemila anni, il passo dei credenti non si è stancato. Siamo giovani.