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Bresciaoggi 3 ottobre 2011
 
Piergiorgio Chiarini
SIRACUSA
«Gli elettori da mesi ci hanno voltato le spalle, il consenso è sceso ai minimi termini, il Pdl si svegli». È un Roberto Formigoni sferzante quello che è intervenuto ieri mattina in videoconferenza a Siracusa per un dialogo con gli amministratori e politici bresciani che si trovano in Sicilia per l’incontro annuale di formazione dell’associazione Areopago. 
IL GOVERNATORE lombardo ha risposto ad alcune domande della platea che avevano come motivo di fondo quello di capire dove la politica può recuperare il terreno clamorosamente perso nell’ultimo anno. 
In prima fila ad ascoltarlo ci sono il sindaco di Brescia Paroli, l’eurodeputato Mario Mauro, gli assessori comunale Paola Vilardi e provinciale Maria Teresa Vivaldini. Come fare a restituire la speranza, gli chiede Samuele Pezzotti, militante di base di Rodengo, abituato a sentire il polso di gente oggi portata a vedere nella politica il peggio del peggio. Un invito a nozze per Formigoni per bocciare con un voto di grave insufficienza l’azione del governo, al quale contrappone il modello virtuoso di una Lombardia che attorno all’idea di sussidiarietà ha cercato di costruire un modo alternativo di far politica «con risultati di efficienza e di efficacia nei servizi alla persona unici fra le regioni italiane». 
Un modello ora minacciato proprio dai tagli di un governo che doveva essere amico. A rischio ci sono il trasporto pubblico e i servizi sociali per le fasce più deboli. «La cosa più urgente – sottolinea il governatore – adesso sono le misure per la crescita che ridiano ossigeno a famiglie e imprese. Misure che dovevano essere adottate contemporaneamente alla manovra. Ma almeno si facciano adesso. È quindici anni che abbiamo promesso al nostro elettorato una riforma fiscale, facciamola. Per cosa dovrebbero votarci altrimenti?». 
Formigoni insiste anche «sul fattore tempo»: «Bisogna fare in fretta con la giusta collegialità e senza uomini soli al comando». Il presidente della Regione è altrettanto sferzante sulla condizione del Pdl. Il tempo del partito di plastica è finito, e, come per il governo, anche quello dell’uomo solo al comando. 
AVANTI dunque con congressi veri, con segretari politici eletti dal basso, dove il principio sia quello di una testa un voto: «Vogliamo un partito di persone in carne e ossa, siamo stufi di una classe politica catapultata dall’alto. Ci si misuri col consenso dei cittadini tornando al voto di preferenza e mettendo al bando listini e listoni». 
Un partito vero è indispensabile per dare forza all’azione del governo. Per Formigoni è l’unica strada anche per arginare l’ondata dell’antipolitica che rischia di renderci ancora più deboli. 
Lo spiega rispondendo al sindaco di Monticelli Brusati Laura Boldi che gli chiede dove trovare la forza per continuare a fare politica: «Dobbiamo dire ai cittadini: fate bene a criticare, a fustigare la classe politica, ma sappiate distinguere tra chi fa una buona politica e chi si dedica ad altro. Amministratori, consiglieri regionali, parlamentari che fanno il loro dovere sono un baluardo della democrazia», conclude invitando a leggere il recente discorso di Benedetto XVI al Bundestag tedesco.