Ma non è sfuggita né al cardinale di Barcellona nel suo saluto né al Papa stesso la singolare coincidenza che a consacrare questa opera vertiginosa e gentile è stato, dopo oltre un secolo, un vescovo di Roma che si chiama Joseph. Un giorno strano, le strade si sono affollate di gente animata dal desiderio di esserci in questa giornata storica. Catalani, ma anche gente da ogni parte di Spagna e, tra i tanti europei, molti italiani. I turisti si sono mischiati alla folla. Cerano anche i manifesti in giro con scritto "Io non ti aspetto", rivolto al Papa. E altre cose meno decenti. Ma si sa, Gesù Cristo non era uno che tendeva a unire le persone per forza, smussando le differenze. Se uno non aspetta il Papa fa bene a dirlo. E chi invece lo aspetta ha fatto bene a essere lungo le vie di Barcellona. Lunanimismo è spesso indifferenza, e Gesù non lasciava indifferenti. E così chi cera ha potuto vedere un altro evento.
Sì, insomma, se uno guardava bene, si guardava un po intorno, vedeva un evento dentro levento. E siccome domenica scorsa era di campionato (per gli spagnoli campioni del mondo è cosa importante, cera pure il derby a Madrid), diciamolo con linguaggio calcistico. Levento nellevento è che Gaudí ha battuto Zapatero due a zero. Perché il premier e quel che vuole rappresentare è stato sconfitto dal mite alacre Gaudí. Bastava guardarsi intorno per capire che raccolta intorno alla Sagrada Familia non cera una Spagna retriva e imbalsamata. Vicino a me, ad esempio, cerano alcune ragazze vestite alla moda, carine e attente nel seguire le preghiere e i canti. E tanti i volti di giovani che sono impegnati non solo ad andare a zonzo con una bottiglia in mano. Insomma, la modernità non è quella propaganda anticlericale che vorrebbero far credere Zapatero e quelli come lui. Come se ci fosse unetica moderna da una parte e una superata, che coincide con la Chiesa. Come se ci fosse una bellezza moderna da una parte e una vetusta simboleggiata dalla Chiesa. No, Gaudí è più moderno del laicismo.
Questa Spagna commossa perché ora la Sagrada Familia è davvero una chiesa, che proprio come tale continua a dover essere costruita, ha dato un segno al mondo intero. Un segno non di tipo politico. Ma di quel genere che segna la storia profonda del mondo: qualcosa in cui si incontrano larte e il senso religioso delluomo. E, come fu scritto nella pergamena che sta nella prima pietra della chiesa, tutto questo avviene per supplicare Dio «todopoderoso». Contro ogni sempre insorgente tentazione personale e politica di sentirci noi, così piccoli per le vie di Barcellona, gli onnipotenti.