«La Commissione ricorda che le leggi nazionali sui simboli religiosi negli edifici pubblici rientrano nelle competenze dell’ordinamento giuridico interno». «La Commissione ricorda altresì che l’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo rientra nelle competenze del Consiglio d’Europa».
È stata molto secca ma assolutamente non banale la risposta fornita dalla Commissione europea allinterrogazione parlamentare presentata lo scorso 10 novembre dal collega Antonio Cancian del Popolo della Libertà nella quale si ricordava come, oltre allepisodio della donna italofinlandese in Italia, «analoghi episodi sono avvenuti in Spagna, Germania, Francia e Italia, dove nel 1988 il Consiglio di Stato rilevò che il crocifisso non è solo il simbolo della religione cristiana ma ha una valenza di carattere indipendente dalla specifica confessione».
Cancian ha lanciato una provocazione chiedendo «se la Commissione ravvisa il rischio che il principio enunciato dalla Corte di Strasburgo possa mettere in discussione l’esposizione in luoghi pubblici dei simboli religiosi e culturali, persino della bandiera europea, che s’ispira alla simbologia cattolica mariana?».
La Commissione europea, nella prima parte della sua risposta, ha rimesso il problema nelle mani dei governi nazionali, riconoscendo quindi la validità delle sentenze italiane favorevoli al crocifisso. Se venisse respinto il ricorso del Governo italiano non solo dovremmo rimuovere i crocifissi dai luoghi pubblici, ma andrebbero sostituite anche le bandiere degli Stati europei che hanno al centro una croce.
Gran Bretagna, Svezia, Finlandia, Malta, Portogallo, Slovacchia, Grecia sarebbero costrette a cambiare il proprio simbolo nazionale, perchè lesposizione di quella croce nelle bandiere, presente ovviamente in migliaia di luoghi pubblici, non ha una ragion dessere diversa dallesposizione del crocifisso.
Stessa sorte toccherebbe alla bandiera dellUnione europea, che ufficialmente «rappresenta non solo il simbolo dell’Unione europea ma anche quello dell’unità e dell’identità dell’Europa in generale. La corona di stelle dorate rappresenta la solidarietà e l’armonia tra i popoli d’Europa. Le stelle sono dodici in quanto il numero dodici è tradizionalmente simbolo di perfezione, completezza e unità». In realtà per lautore del disegno aveva davvero un significato cristiano, il blu infatti è il manto del colore della notte di Maria e le 12 stelle sono la corona dellapocalisse.
La questione della libertà religiosa riguarda lUnione Europea come ente sovranazionale, come organizzazione democratica, e non può riguardare in maniera distinta ogni singolo Stato membro. Il problema di fondo è che la tipologia della sentenza pretende di omologare le culture quando lUnione europea si basa sul motto unità nella diversità.
La Commissione, ricordando che «lesecuzione delle sentenze della Corte Europea dei diritti delluomo rientra nelle competenze del Consiglio dEuropa», pare proprio voler prendere le distanze da una sentenza in pieno disaccordo con i principi di convivenza civile a cui si ispirano i Trattati Ue. Una freddezza calcolata insomma, per non far trapelare un disagio comunque evidente nei confronti del Consiglio dEuropa, le cui ambiguità continuano ad aumentare i dubbi sul reale apporto di questo ente alla libertà dei cittadini europei.
Questa presa di distanze però non basta, le istituzioni europee devono uscire dallimpasse e dare un giudizio chiaro su libertà religiosa e laicità delle istituzioni, per questo sulla scorta dellinterrogazione appena descritta chiederemo un dibattito in aula che faccia vedere di che pasta è fatta il nuovo esecutivo presieduto da Barroso. I tempi sono maturi per una svolta in questo senso, come dimostra il grande risultato della petizione promossa dai deputati del Popolo della Libertà in Parlamento europeo sul tema del crocifisso.
«Tutti i Paesi dellEuropa sono permeati dalla civiltà cristiana. Essa è lanima dellEuropa che occorre ridarle». Lo disse il 19 marzo 1958, di fronte al Parlamento Europeo, Robert Schuman. Lui, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi erano tre credenti cristiani cattolici. Ed erano, come si dice con unespressione tanto ambigua quanto abusata, tre laici. Nessuno di essi si è mai sognato di imporre il cristianesimo come confessione di Stato europea. Ma nessuno di essi avrebbe potuto immaginare che lEuropa potesse farne a meno.