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Il sussidiario.net
 
“In questi tempi sono necessari forti amici di Dio”. Così nel XVI secolo Santa Teresa D’Avila, nella sua opera “Vita”, descriveva il difficile momento storico che stava vivendo. Un momento di incertezza e confusione dovuta alla riforma protestante di Lutero. Le parole di Santa Teresa risultano oggi più che mai attuali, se pensiamo al bivio davanti al quale si trova oggi l’Europa. 

Per questo, nel momento di massima incertezza culturale e spirituale della storia europea, la visita di Benedetto XVI a Santiago di Compostela e Barcellona è sembrata provvidenziale. “Come il Servo di Dio Giovanni Paolo II, che da Compostela esortò il Vecchio Continente a dare nuovo vigore alle sue radici cristiane, anch’io vorrei esortare la Spagna e l’Europa a edificare il loro presente e a progettare il loro futuro a partire dalla verità autentica dell’uomo, dalla libertà che rispetta questa verità e mai la ferisce, e dalla giustizia per tutti, iniziando dai più poveri e derelitti. Una Spagna e un’Europa non solo preoccupate delle necessità materiali degli uomini, ma anche di quelle morali e sociali, di quelle spirituali e religiose, perché tutte queste sono esigenze autentiche dell’unico uomo e solo così si opera in modo efficace, integro e fecondo per il suo bene”. 

Ha pronunciato queste parole proprio in Spagna, il paese simbolo di una filosofia che don Sturzo avrebbe definito “statolatria” e quindi contro la libertà dell’uomo proprio perché contro Dio. Oggi assistiamo, ad esempio, al dilatarsi di meccanismi di tutela delle cosiddette “libertà individuali” che vogliono mettere i cittadini al riparo da ogni presunta invadenza di potere. 

E’ bene che la politica accolga il richiamo di Benedetto XVI in modo che venga dato nuovo vigore alla sottolineatura delle radici cristiane del nostro continente, affinché tutti quanti possiamo guardare al futuro partendo da basi solide in cui ogni cittadino possa riconoscersi e non cadere in un vuoto che genera solo paura o peggio indifferenza.