Giornale di Brescia 20 marzo 2010
Nove giorni, mancano nove giorni al voto. All’interno di una persistente lontananza e confusione sulla portata della consultazione regionale, due gli scenari che catturano l’attenzione dei meno distratti.
Il primo è la sempre più diffusa sensazione che siamo prossimi ad un ulteriore incremento della non partecipazione al voto. Cosa che aumenterà il peso tanto di formazioni piccole e fortemente identitarie quanto dei gruppi organizzati dentro gli schieramenti partitici che potranno amplificare la portata della indicazione di preferenza per un candidato piuttosto che un altro.
Il secondo è l’attesa della verifica di se, e di quanto, la Lega diventerà il primo partito bresciano, scavalcando il Pdl in provincia, eventualmente anche in città, in che misura nella somma complessiva. Un dato che non resterà puramente confinato negli assetti regionali.
Dal Pirellone al Broletto
Nelle ultime settimane il successo di Formigoni non è stato messo in discussione – tanto grande era lo scarto di partenza -, ma viene considerato percentualmente più ridotto. Cosa che diminuirà il numero degli eletti del Pdl nelle liste provinciali proporzionali e favorirà l’elezione non solo dei primi 8 del listino regionale bloccato capitanato dall’attuale governatore, ma di tutti i 15 che lo fiancheggiano. Compresi due bresciani presenti nella seconda fascia: la leghista Monica Rizzi e il Pdl (già An) Enrico Mattinzoli.
Bisognerà vedere se e in quale dimensione la Lega sarà elettoralmente premiata fino a mettere in forse, magari anche in virtù di un incremento di voti dell’Udc, l’elezione nella lista proporzionale di tre candidati bresciani del Pdl. E proprio tre sono quelli considerati ad alto valore di preferenze: l’assessore uscente Franco Nicoli Cristiani, l’assessore provinciale Mauro Parolini, la consigliere regionale uscente Margherita Peroni.
Intanto il tam tam politico dice che la Lega, se confortata da un sorpasso significativo, si accingerebbe a presentare una verifica degli assetti assessorili tanto in Broletto quanto in Loggia. In Broletto eventualmente agevolata dall’elezione di Parolini in Regione. Nel Pdl si ritiene che il suo posto debba essere rilevato dall’attuale presidente del Consiglio provinciale Bruno Faustini, mentre nella Lega non manca chi caldeggia una assunzione della delega ai lavori Pubblici per un suo uomo. Come pure nel Pdl si spinge per il completamento della Giunta con un tecnico di area An, mentre nella Lega non manca chi sostiene che si potrebbe ripartire le deleghe e scendere a 10 assessori.
In Loggia
Da tempo si parla di un possibile rimpasto in Loggia. Il sindaco Paroli non sembra intenzionato ad attuarlo nell’attuale clima di forte scontro con il Pd, ma sia nella Lega sia nel Pdl, facendo leva sulla determinazione di fare chiarezza con l’Udc, non mancano quanti lo caldeggiano. Sì, sarà un voto pesante.
Il primo è la sempre più diffusa sensazione che siamo prossimi ad un ulteriore incremento della non partecipazione al voto. Cosa che aumenterà il peso tanto di formazioni piccole e fortemente identitarie quanto dei gruppi organizzati dentro gli schieramenti partitici che potranno amplificare la portata della indicazione di preferenza per un candidato piuttosto che un altro.
Il secondo è l’attesa della verifica di se, e di quanto, la Lega diventerà il primo partito bresciano, scavalcando il Pdl in provincia, eventualmente anche in città, in che misura nella somma complessiva. Un dato che non resterà puramente confinato negli assetti regionali.
Dal Pirellone al Broletto
Nelle ultime settimane il successo di Formigoni non è stato messo in discussione – tanto grande era lo scarto di partenza -, ma viene considerato percentualmente più ridotto. Cosa che diminuirà il numero degli eletti del Pdl nelle liste provinciali proporzionali e favorirà l’elezione non solo dei primi 8 del listino regionale bloccato capitanato dall’attuale governatore, ma di tutti i 15 che lo fiancheggiano. Compresi due bresciani presenti nella seconda fascia: la leghista Monica Rizzi e il Pdl (già An) Enrico Mattinzoli.
Bisognerà vedere se e in quale dimensione la Lega sarà elettoralmente premiata fino a mettere in forse, magari anche in virtù di un incremento di voti dell’Udc, l’elezione nella lista proporzionale di tre candidati bresciani del Pdl. E proprio tre sono quelli considerati ad alto valore di preferenze: l’assessore uscente Franco Nicoli Cristiani, l’assessore provinciale Mauro Parolini, la consigliere regionale uscente Margherita Peroni.
Intanto il tam tam politico dice che la Lega, se confortata da un sorpasso significativo, si accingerebbe a presentare una verifica degli assetti assessorili tanto in Broletto quanto in Loggia. In Broletto eventualmente agevolata dall’elezione di Parolini in Regione. Nel Pdl si ritiene che il suo posto debba essere rilevato dall’attuale presidente del Consiglio provinciale Bruno Faustini, mentre nella Lega non manca chi caldeggia una assunzione della delega ai lavori Pubblici per un suo uomo. Come pure nel Pdl si spinge per il completamento della Giunta con un tecnico di area An, mentre nella Lega non manca chi sostiene che si potrebbe ripartire le deleghe e scendere a 10 assessori.
In Loggia
Da tempo si parla di un possibile rimpasto in Loggia. Il sindaco Paroli non sembra intenzionato ad attuarlo nell’attuale clima di forte scontro con il Pd, ma sia nella Lega sia nel Pdl, facendo leva sulla determinazione di fare chiarezza con l’Udc, non mancano quanti lo caldeggiano. Sì, sarà un voto pesante.