RIFORME. PAROLINI (NCD): "NO A PROPOSTE DI UN MODELLO DI STATO NAPOLEONICO E CENTRALISTA”
Milano, 25 febbraio 2014 – "Quello che chiediamo é una riforma radicale del sistema delle autonomie territoriali, una riforma che ha i sui pilastri su due principi fondamentali: la salvaguardia delle differenze, che sono un valore se riconducono all'unità, e la difesa del mandato popolare attraverso il voto". Queste in sintesi la richiesta lanciata dal capogruppo del Nuovo Centrodestra in Regione Lombardia, Mauro Parolini, durante il dibattito in Consiglio Regionale sulle "Riforme istituzionali, ruolo delle Regioni e delle Autonomie locali" che ha portato all'approvazione di un Ordine del Giorno.
"Oggi – continua Parolini – in Consiglio abbiamo affrontato il tema della riforma del titolo V guardando alla sostanza, affermando con forza che per noi semplificazione delle istituzioni non significa eliminazione delle differenze. Una posizione in evidente contrasto con quelle proposte che vorrebbero appiattire tutto eliminando o negando le peculiarità dei singoli territori, e, ancor peggio, evitare di valorizzare e riconoscere gli esempi di virtuosità che ci sono nel Paese e nel nostro territorio".
"Noi non diciamo – sottolinea il capogruppo del Nuovo Centrodestra – che va tutto bene così, al contrario chiediamo una riforma, anche radicale, ma con l'attenzione di non fare tutto con eccessiva fretta, con l'unico risultato di buttare via il bambino con l'acqua sporca. Le autonomie, infatti, sono per noi un valore perché, al contrario di quanto viene detto, non creano aumento di costi ma servizi più adeguati e vicini ai cittadini ".
"Per questo – spiega Parolini – crediamo che le Province debbano essere riformate, anche con eventuali accorpamenti, ma non abolite perché rappresentano un ente utile nella gestione di servizi decisivi per i cittadini e soprattutto devono mantenere il mandato popolare. Per le Regioni vanno meglio definite le materie concorrenti previste dal Titolo V della Costituzione, suddividendole opportunamente tra Stato e Regioni stesse”.
“Per questo – conclude il capogruppo del Nuovo Centrodestra – il quadro in cui ci vogliamo muovere è quello del federalismo ad assetto variabile che permetta alle Regioni virtuose, a partire dalla nostra Lombardia, di essere traino per l'intero Paese. La Lombardia, infatti, non potrà mai essere favorevole all'ipotesi di riforma che sta emergendo in questi giorni, e che guarda ad un modello di Stato che ricorda quello napoleonico e centralista. Il nostro modello è, invece, quello dei grandi stati federali o con un forte regionalismo perché per noi le differenze sono un valore che conduce all'unità".