Il nodo dei poteri degli organi legislativi L’ atomo Se passerà il «sì», governo e Parlamento non potranno più includere il nucleare nei loro programmi energetici anche per gli anni a venire L’ acqua Il quesito sull’ acqua non è un referendum (solo) sull’ acqua ma (anche) su altri servizi pubblici locali
I referendum sono un caso esemplare di democrazia diretta che integra la democrazia rappresentativa. In Svizzera. In Italia, i referendum, sui quali gli italiani sono ora chiamati a pronunciarsi, sono un caravanserraglio sul quale c’ è chi sale, e c’ è chi scende – senza chiedersi dove si vada – (solo) a seconda che si voglia mettere, o non, in crisi il governo. Sono un referendum sul governo. Sul nucleare, gli italiani dovrebbero dire se vogliono cancellare, o mantenere, la legge che prevede(va) «la produzione nel territorio nazionale di energia nucleare». Ma la legge non c’ è. Il governo l’ ha eliminata per evitare il referendum. Una furbata neppure ben fatta. La Cassazione e la Corte costituzionale hanno dichiarato ugualmente fattibile il referendum. Se passerà il «sì», Governo e Parlamento non potranno più includere il nucleare nei loro programmi energetici; sono interdetti a legiferare in materia anche per gli anni a venire. Domanda: la Cassazione e la Corte costituzionale hanno la funzione di verificare se un referendum è fattibile, in base alle norme che lo disciplinano, ovvero fanno a gara col Parlamento e col Governo per chi stravolge di più le regole del gioco democratico per mostrare chi comanda? Referendum sull’ acqua. Non è un referendum (solo) sull’ acqua, ma (anche) su altri servizi pubblici locali; né riguarda la privatizzazione dell’ acqua – bensì solo del servizio di fornitura – che resta un bene pubblico. Se vincessero i "sì", l’ affidamento dei servizi pubblici resterebbe comunque vincolato alla direttiva comunitaria che impone il ricorso al mercato e alle gare; continuerebbero a parteciparvi anche società controllate dall’ ente pubblico oggi nelle mani degli amici degli amici dei partiti. Decadrebbe il regime transitorio, la cui decadenza è prevista per la fine del 2011 o 2012, e l’ affidamento proseguirebbe fino alla sua naturale scadenza. Le tariffe del servizio idrico non comprenderebbero la remunerazione del capitale investito, pubblico e/o privato che sia; sostengono i referendari che la produzione di beni collettivi non può che essere pubblica e non deve avere rilevanza economica. Risultato prevedibile: la rete continuerà a perdere acqua e i costi del servizio saranno a carico della fiscalità generale (anziché di chi ne usufruisce). Referendum sul legittimo impedimento. Si chiede di abrogare una interpretazione della Corte costituzionale sul legittimo impedimento. La Corte, dopo aver dato tale interpretazione con una sentenza manipolativa, autorizza un referendum per abrogarla. Il popolo è chiamato a intervenire su un giudicato (della Corte) con sostanza di legge; intervento interdetto allo stesso legislatore ordinario. Ma, qui, la separazione dei poteri fra legislativo e giudiziario dove è andata a finire? A questo punto, non consiglio di andare, o non andare, a votare, né di votare "sì" o "no". Una esigenza mi era, però, parsa imprescindibile: cercare, almeno, di spiegare ai lettori come stanno le cose.
Ostellino Piero