L’intervento dell’amministratore delegato di FS Renato Mazzoncini, apparso nei giorni scorsi sulle pagine del Bresciaoggi, mi ha indotto ad esprimere alcune considerazioni sulla questioni da lui poste. E partirei proprio dalla proroga al 31dicembre 2016 dell’utilizzo delle Freccerosse per i titolari di abbonamento integrato Carta Plus per riconoscere innanzitutto la disponibilità di Trenitalia e FS a trovare una soluzione in tempi rapidi nell’interlocuzione serrata con Regione Lombardia. Un’intesa, questa, che ci ha permesso di ribadire la bontà della Carta Plus che, ben lontano dall’essere “un mostro regolatorio”, si è affermata piuttosto come uno strumento regionale molto efficace, che permette ai pendolari di utilizzare in modo integrato, flessibile e sostenibile i treni regionali e quelli a lunga percorrenza nel tratto lombardo.
L’ingegner Mazzoncini nella sua missiva sottolinea poi che “tutti i servizi a lunga percorrenza sono svolti con tariffe a libero mercato dai treni Frecciarossa laddove anche le linee sono ad alta velocità, Frecciargento quando il percorso è in parte sulle linee Av e in parte su quelle tradizionali e Frecciabianca sulle linee tradizionali”. Ma se è così, vista l’assenza di tratte ad Alta Velocità tra Milano e Trieste, forse è allora il caso di ridarci le Freccebianche!
La questione del trasporto ferroviario sulla linea Milano-Venezia è un tema centrale e strategico per la nostra regione, perché determina la qualità degli spostamenti e della vita di chi abita in provincia di Brescia e Mantova e raggiunge Milano ogni giorno. Va da sé che se il servizio peggiora, aumenta la propensione all’utilizzo del mezzo privato con conseguenze si sostenibilità economica ed ambientale facilmente immaginabili.
So bene inoltre che le società di trasporti vanno gestite in equilibrio economico e che dove vi sia la fornitura di servizi a prezzi ridotti è necessario intervenire con risorse pubbliche. Nessuno vieta però che tale integrazione possa riguardare sia i treni regionali che l’utilizzo sulle brevi e medie distanze dei treni a lunga percorrenza, come è avvenuto fino ad oggi sulla linea Milano-Venezia.
Se la logica è invece che i treni e le linee più veloci non sono in nessun modo integrabili con i servizi dedicati a chi si sposta quotidianamente, il risultato sarà che risulterà sempre più difficile far comprendere che la linea TAV non è un corpo estraneo, ma un’infrastruttura necessaria.
Il punto è che il compito delle istituzioni (e in parte anche quello delle società a capitale pubblico) è quello di affrontare i problemi con una visione d’insieme, avendo ben presente il fine che si persegue, che è quello di offrire ai cittadini servizi sempre migliori. Al contrario, visioni settoriali non aiutano a raggiungere questo obiettivo.
Infine, sulla proposta di cedere alle Ferrovie la governance di Trenitalia vorrei sottolineare che esistono due modi, integrabili, per finanziare gli investimenti ipotizzati da Mazzoncini: attraverso i flussi di cassa delle società e con il ricorso a contributi e risorse pubbliche. È evidente che in entrambi i casi è indifferente quali siano le quote della società possedute da ciascun socio. Allora è meglio mantenere le cose come stanno: le decisioni che riguardano il trasporto ferroviario lombardo è meglio che siano prese a Milano piuttosto che arrivare da Roma.