Appena uscito in Italia con il titoloUomini di Dio (non letterale, e questo ha suscitato qualche polemica: la traduzione letterale sarebbe "Uomini e dei", a sottolineare il rapporto tra diverse religioni e non la focalizzazione solo su "questi" uomini di Dio), il film di Xavier Beauvois racconta la vita e la morte di un gruppo di monaci cistercensi francesi nellAlgeria degli anni 90, insanguinata dalla guerra tra i terroristi del Fronte Islamico di Salvezza e il regime militare corrotto dellepoca.
I sette vivono nel convento di Thibirine nellamore, ricambiato, per la popolazione musulmana dei dintorni, che vede nei monaci cattolici un punto di riferimento e di sicurezza. E anche di aiuto concreto soprattutto per le cure mediche che uno dei religiosi (frère Luc) riesce ad assicurare a tutti, senza distinzioni, ma con particolare riguardo a donne e bambini. Le cose, si avverte, non sono però così idilliache e infatti i fondamentalisti della GIA erano in azione già da anni ma è la strage di un gruppo di operai croati cristiani, in un cantiere nei dintorni, da parte dei rivoluzionari islamici a far capire ai monaci che sono in pericolo.
Di lì a poco unirruzione nel convento farà temere il peggio, ma non avrà conseguenze; anzi, instilla nel capo dei terroristi una forma di rispetto per frère Christian de Chergé, priore del convento, fermo nella sua fede (i terroristi, fra laltro, irrompono, la notte di Natale) e mite al tempo stesso. Ma nel gruppo di religiosi serpeggia la paura, non tutti sono disposti ad aspettare una morte, possibile se non probabile.