Giornale di Brescia 16 luglio 2010
Era considerato, almeno nel piano strategico dell’Assessorato provinciale ai Lavori pubblici, una sorta di «Piano B». Magari velleitario, ma comunque da non trascurare. Alla fine, come peraltro era nell’aria già da qualche settimana, Anas ha deciso di tornare nelle aule di giustizia per sbloccare il progetto dell’Autostrada della Valtrompia, facendo ricorso contro la sentenza del Tar che (fino ad oggi) ha inchiodato l’iter realizzativo del raccordo a un immobilismo che sa di naufragio. L’obiettivo è chiaro: ottenere una sospensiva, provando così a riorganizzare l’offensiva contro chi ha messo alle corde la società che gestisce buona parte della rete stradale italiana.
La partita triumplina
In questa vicenda dal sapore di saga ancestrale, un punto (fino ad ora decisivo) a favore dei ricorrenti lo aveva segnato la sentenza con cui il Tar aveva accolto la tesi sulla decadenza dei termini per la dichiarazione di pubblica utilità. In questo modo era venuta meno la possibilità di operare gli espropri finalizzati alla realizzazione del progetto triumplino. Dal pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale di Brescia sono passati poco meno di due mesi, conditi da polemiche, prese di posizione e inviti (politicamente trasversali) a fare il possibile per riattivare il tutto. Ora, col ricorso di Anas al Consiglio di Stato, la partita è ufficialmente riaperta.
Ma su cosa si basa, secondo i legali dell’Azienda nazionale autonoma delle strade, la richiesta di sospensiva? Il ricorso parla, tra le altre cose, di «tardività dell’impugnazione della delibera Cipe», di «inammissibilità dell’azione di accertamento» (riferendosi alla questione del procedimento espropriativo), di «violazione e falsa applicazione dell’art. 21, Legge 6 dicembre 1971, n. 1034», facendo riferimento (in questo caso) al punto centrale di tutta la sentenza del Tar, ovvero la decadenza dei termini per la dichiarazioni di pubblica utilità (5 anni).
Per i legali che assistono Anas nel ricorso, infatti, «l’avvenuto decorso del termine quinquennale non costituiva al momento della notifica del ricorso per motivi aggiunti circostanza nuova e significativa, in quanto l’evento era già noto al momento della notifica del ricorso principale». Nei meandri della legge Anas cerca di imboccare… il cavillo giusto per rimettere in moto l’autostrada.
Dal Broletto al Pirellone
Nemmeno il tempo di insediarsi negli uffici di piazza Tebaldo Brusato e per Maria Teresa Vivaldini, neo assessore ai Lavori pubblici, è già tempo di misurarsi con temi delicati. «Ovviamente non posso che confermare la linea che la Provincia ha tenuto in questi anni – esordisce la Vivaldini -: credo fosse un atto dovuto presentare il ricorso, ma la strada maestra è quella che passa dal Cipe. Comunque sia, il volume di traffico e, più in generale, le necessità di un migliore sviluppo industriale della Valtrompia, rendono l’autostrada assolutamente necessaria e improrogabile»
Moderatamente soddisfatto anche il consigliere regionale Mauro Parolini, che ha seguito per anni la vicenda in qualità di assessore in Broletto. «L’iniziativa dell’Anas – sottolinea – conferma la strategia di Provincia e Regione, ma ribadisco l’importanza di riproporre al Cipe il progetto del raccordo autostradale, così da avere una nuova approvazione e risparmiare tempo».
Tra aule e sale progettuali, asfalto e cantieri restano un miraggio. Intanto un’altra estate rischia di passare senza che questa vicenda possa conoscere un epilogo. Qualunque esso sia.
Rosario Rampulla
La partita triumplina
In questa vicenda dal sapore di saga ancestrale, un punto (fino ad ora decisivo) a favore dei ricorrenti lo aveva segnato la sentenza con cui il Tar aveva accolto la tesi sulla decadenza dei termini per la dichiarazione di pubblica utilità. In questo modo era venuta meno la possibilità di operare gli espropri finalizzati alla realizzazione del progetto triumplino. Dal pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale di Brescia sono passati poco meno di due mesi, conditi da polemiche, prese di posizione e inviti (politicamente trasversali) a fare il possibile per riattivare il tutto. Ora, col ricorso di Anas al Consiglio di Stato, la partita è ufficialmente riaperta.
Ma su cosa si basa, secondo i legali dell’Azienda nazionale autonoma delle strade, la richiesta di sospensiva? Il ricorso parla, tra le altre cose, di «tardività dell’impugnazione della delibera Cipe», di «inammissibilità dell’azione di accertamento» (riferendosi alla questione del procedimento espropriativo), di «violazione e falsa applicazione dell’art. 21, Legge 6 dicembre 1971, n. 1034», facendo riferimento (in questo caso) al punto centrale di tutta la sentenza del Tar, ovvero la decadenza dei termini per la dichiarazioni di pubblica utilità (5 anni).
Per i legali che assistono Anas nel ricorso, infatti, «l’avvenuto decorso del termine quinquennale non costituiva al momento della notifica del ricorso per motivi aggiunti circostanza nuova e significativa, in quanto l’evento era già noto al momento della notifica del ricorso principale». Nei meandri della legge Anas cerca di imboccare… il cavillo giusto per rimettere in moto l’autostrada.
Dal Broletto al Pirellone
Nemmeno il tempo di insediarsi negli uffici di piazza Tebaldo Brusato e per Maria Teresa Vivaldini, neo assessore ai Lavori pubblici, è già tempo di misurarsi con temi delicati. «Ovviamente non posso che confermare la linea che la Provincia ha tenuto in questi anni – esordisce la Vivaldini -: credo fosse un atto dovuto presentare il ricorso, ma la strada maestra è quella che passa dal Cipe. Comunque sia, il volume di traffico e, più in generale, le necessità di un migliore sviluppo industriale della Valtrompia, rendono l’autostrada assolutamente necessaria e improrogabile»
Moderatamente soddisfatto anche il consigliere regionale Mauro Parolini, che ha seguito per anni la vicenda in qualità di assessore in Broletto. «L’iniziativa dell’Anas – sottolinea – conferma la strategia di Provincia e Regione, ma ribadisco l’importanza di riproporre al Cipe il progetto del raccordo autostradale, così da avere una nuova approvazione e risparmiare tempo».
Tra aule e sale progettuali, asfalto e cantieri restano un miraggio. Intanto un’altra estate rischia di passare senza che questa vicenda possa conoscere un epilogo. Qualunque esso sia.
Rosario Rampulla